Ieri sera Klose ha salutato la Lazio davanti ai 30mila spettatori accorsi all’Olimpico solo per rendere omaggio a quello che è stato il miglior attaccante dell’era Lotito. Un’intuizione avuta nell’estate del 2011 e che ha fatto sì che la società capitolina potesse vantare di avere in squadra un giocatore che vive di record e che contro la Fiorentina ha segnato la sua ultima rete grazie alla spinta del pubblico che l’ha “costretto” a tirare dal dischetto. In cinque anni non sono mancate critiche, quelle che lo volevano infortunato perché concentrato sulla Nazionale, ma il suo valore non è mai stato messo in discussione, almeno non fino all’arrivo di Pioli in panchina. Da subito, infatti, il tecnico emiliano gli ha preferito Djordjevic, ma lui si è ripreso il posto da titolare e ha trascinato la squadra a suon di gol. Stessa cosa ha fatto nel finale di questa stagione con l’arrivo di Inzaghi, che l’ha considerato insostituibile da subito e l’ha fatto tornare protagonista.
Tuttavia, sembra proprio che per la società Klose non sia un giocatore insostituibile. Nel pre gara di Lazio-Fiorentina il ds Tare non ha potuto non parlare dell’addio del tedesco e in merito alla questione ha detto che “lui, già dall’anno scorso, ci aveva fatto capire che voleva tornare in Germania e abbiamo rispettato la sua scelta”. Ma non sono state queste le parole che hanno rovinato la festa dell’Olimpico, bensì le poche parole rilasciate dallo stesso Klose in zona mista:
“Se Lotito mi ha trattenuto? Zero, non hanno proprio parlato con me. Io non posso fare tutto da solo, mica ho deciso io di andare via”.
Poche parole, ma chiare. La dirigenza biancoceleste non è mai stata in grado di valorizzare i tesori in squadra, se non in sessione di mercato, e non può non essere detto che a livello di comunicazione e marketing qualcosa sembra proprio non andare dato che nessuno ha mai provato a fare di Klose, unico vero campione della squadra insieme a Biglia, il punto di forza per sponsorizzare la Lazio all’estero. Mai pervenute interviste, mai utilizzato per promuovere un marchio che di certo ha vissuto momenti migliori.
E questa semplice affermazione, inutile sottolinearlo, ha scatenato nuovamente l’ira dei tifosi nei confronti di un presidente che in 12 anni è riuscito a creare una frattura insanabile con quella gente che avrebbe dovuto tenere vicino per far sentire sostenuta una squadra che vive di alti e bassi. Che sia stata una questione di ingaggio? Considerando lo stipendio da top player, è più che lecito pensarlo. Ma un giocatore come lui davvero non poteva trovare spazio in una Lazio che ora, non me ne voglia il diretto interessato, riparte da Djordjevic? Davvero Klose non poteva giocare un altro anno per poi essere trattenuto grazie a un ruolo diverso all’interno della società? La storia calcistica del Panzer racconta un’altra verità, ma evidenzia anche che la Lazio si è dimostrata una società troppo piccola per un giocatore troppo grande.