Era il 19 maggio 1536 quando avvenne l’esecuzione di Anna Bolena, seconda moglie del re Enrico VIII. Il loro fu un matrimonio burrascoso da subito: la loro unione, infatti, causò diverse conseguenze a livello politico e religioso e portò allo scisma angligano. Inoltre, la mancata nascita di un erede maschio (una la figlia dei consorti, Elisabetta I, e due le gravidanze concluse con l’aborto) fu causa di ulteriori attriti tra i due, che già discutevano a causa dei continui tradimenti del re.
Il 2 maggio 1536 fu arrestata per alto tradimento e di lì a poco iniziò il processo anche contro i suoi presunti amanti, tra cui Lord Geaorge Bolena, suo fratello. La causa contro la regina iniziò il 15 maggio e lei fu accusata di adulterio, incesto, stregoneria e alto tradimento. Inutili i suoi tentativi di difendersi, fu rinchiusa nella Torre di Londra e il 19 maggio fu decapitata dal boia. Il suo corpo in seguito fu ricomposto e sepolto in una tomba all’interno della chiesa di San Pietro ad Vincula.