Ieri Virginia Raggi, candidata sindaco a Roma del M5S, ha annunciato che, qualora vincesse le elezioni di giugno, si avvarrà del sostegno di uno staff composto da Roberta Lombardi, portavoce alla Camera, Paola Taverna, portavoce al Senato, Fabio Massimo Castaldo, portavoce al parlamento europeo, Gianluca Perilli, portavoce Consiglio Regionale del Lazio, perché “Roma ha bisogno di tutti i livelli istituzionali per essere governata al meglio. Questo staff, unico nel suo genere, sarà un’altra risorsa del Movimento 5 Stelle che farà la differenza“.
Successivamente, ospite di Giannini su Rai 2, ha risposto alle affermazioni di Renzi, che l’ha definita una co.co.pro di Casaleggio:
“Una dichiarazione incommentabile, tra l’altro detto da Renzi, che io ricordo ha defenestrato Marino chiamando tutti i consiglieri e chiedendogli di andare a firmare davanti a un notaio quando noi avevamo presentato una mozione di sfiducia in aula che aspettava solo di essere votata, è ridicolo. Se io dovessi diventare sindaco di Roma, cosa che mi auguro, io risponderò a tutti i cittadini romani. Grillo è unicamente il garante del simbolo, la Casaleggio è la società che gestisce determinati sistemi come Rousseau e un sistema lanciato oggi che permette ai cittadini di proporre leggi da far votare direttamente in Parlamento“.
SULLA POLEMICA RIGUARDANTI POSSIBILI DIMISSIONI – “Ripeto, se dovessi essere eletta sindaco, io deciderò tutto e io risponderò ai cittadini romani. Ho letto e commentato l’articolo del codice etico che ho firmato con orgoglio. Ho detto che, premesso che rispondo ai cittadini romani, qualora vi dovesse essere un avviso di garanzia e gli iscritti, i romani vogliono votare perché ritengono che io non li rappresenti più, allora io assumo il compito di dimettermi perché loro me lo chiedono e se non lo facessi chiederebbero a Grillo che, in qualità di garante, rispetterebbe la volontà dei romani“.
SUL DIRETTORIO – “Mi sembra che la legge preveda il sindaco e la giunta. Lo staff che ho nominato non è un direttorio, con loro ho già lavorato e le questioni che riguardano Roma hanno rilievo a livello regionale, nazionale ed europeo. Roma non è in grado di accedere ai finanziamenti europei perché non esiste personale formato e quando si dice che non ci sono soldi la trovo una cosa gravissima“.
SUI RIFIUTI – “La questione dei rifiuti va affrontata perché nel Lazio abbiamo un piano regionale fermo al 2012. Ama deve diventare proprietaria di tutti gli impianti e deve gestire l’intero ciclo perché di fatto oggi si occupa solo della parte più onerosa, raccolta e trasporto, poi paga privati perché trattino, ripuliscano e vendano quel prodotto sul mercato“.
SU ACEA – “Acea è per il 51% del Comune e quindi pubblica e credo che il socio debba esercitare le sue prerogative, che significa far rispettare il referendum del 2011, che stabiliva l’acqua pubblica. Acea è una multi-utility, gestisce e vende acqua. Però, gestisce anche l’elettricità e si può, per esempio, pensare che con i profitti ricavati con l’acqua faccia investimenti sulle reti. 2/3 dell’acqua che passano nelle condutture di Acea si disperde e di fatto eroga solo 1/3 dell’acqua, non è scandaloso? Io dico che deve fare investimenti sulle reti e voglio capire il management cos’ha fatto fino ad oggi e scoppia il putiferio?“.
SULLE TASSE DA FAR PAGARE ALLA CHIESA – “Prima di me ha parlato il Santo Padre: sugli immobili all’interno dei quali non si svolge esercizio di culto, ma attività commerciali è etico, giusto e morale che si paghino le tasse. Bisogna lavorarci“.