Siamo ormai prossimi a concludere il nostro viaggio attraverso i Rioni Romani. Dopo aver parlato diffusamente di Trastevere e Borgo, oggi è la volta di quelli dell’Esquilino, Ludovisi e Sallustiano, tre borghi la cui urbanizzazione è sì moderna – siamo di fatto tra la fine dell’800 e l’inizio del 900 – ma non priva di fascino e spunti culturali. Dei tre, sicuramente l’Esquilino è quello di maggior interesse per la varietà delle sue attrazioni, a partire dai siti archeologici – vedi l’Auditorium di Mecenate e il Sepolcro di Eurisace – passando per i numerosi Musei – tra tutti quello Storico della Liberazione – o le numerose chiese e Cappelle cuore del centro: Basilica di Santa Maria Maggiore, Basilica di Santa Croce in Gerusalemme Basilica di Sant’Antonio da Padova all’Esquilino e molte altre. Detto questo, andiamo a vedere nel dettaglio quali importanti informazioni secondo me vale la pena conoscere per addentrarsi verso le odierne realtà oggetto di questo settimo articolo dedicato ai rioni romani.
Rione Esquilino – La sua denominazione è incerta. Secondo quanto riportato da wikipedia, il termini Esqulino deriva da quello della castra degli equites singulares (guardia imperiale a cavallo) poiché sul Celio nei pressi dell’attuale via Tasso era la loro caserma (Castra Priora equitum singularium). L’imperatore Settimio Severo edificò un nuovo grande complesso denominato Castra Nova equitum singularium (Nuova Caserma dei cavalieri scelti) là dove oggi sorge la Basilica di San Giovanni in Laterano. Secondo la collana intitolata “Le strade di Roma”, invece, tale nome deriverebbe invece dagli aexculi, gli arbusti di leccio che ricoprivano il colle. Ma il termine potrebbe essere pure l’opposto di inquilinus: le esquiliae erano i sobborghi abitati da chi viveva fuori la città. Del resto, inizialmente fu luogo malsano, abitato da meretrici, schiavi e condannati a morte e luogo destinato alla sepoltura. Le cime del colle sono tre: Settimia, Cispia e Oppia, chiamate così rispettivamente in onore di Levio Cispio e Oppio Tuscolano, i due capitani che difesero Roma in assenza di Servio Tullio, impegnato in quel frangente nell’assedio di Vejo. Proprio in cima al Cispio, fu eretta una statua di Apollo con indosso dei sandali a protezione del vicus Sandalarius, dove si trovava il quartiere colto della Roma antica. La fama di quartiere poco raccomandabile si conservò comunque fino al medioevo: era in questa zona, infatti, che si davano appuntamento maghi, streghe e/o negromanti per celebrarvi strani riti misteriosi o prelevarvi erbe o polveri per i loro filtri magici. Come ho già detto, la sua urbanizzazione è di epoca moderna, risalente per lo più all’inizio del XIX secolo. La sua struttura, regolare, gli dà un aspetto arioso e piacevole. Queste le sue delimitazioni: piazza di Porta San Giovanni, viale Castrense, mura urbane fino a Porta S. Lorenzo, via di Porta S. Lorenzo, via Marsala, piazza dei Cinquecento, viale Giovanni Giolitti, via Agostino Depretis, piazza S. Maria Maggiore, via Merulana, piazza di S. Giovanni in Laterano.
Rione Ludovisi – Al contrario di altre denominazioni di origine incerta, Ludovisi prende il nome dall’omonima villa che fu quasi totalmente abbattuta per fare posto al borgo in questione. Siamo nel 1886 quando, grazie a una convenzione fra il Comune di Roma, il principe di Piombino e la Società Immobiliare, il quartiere inizia a prendere forma quale primo esempio di speculazione edilizia a discapito della monumentalità del luogo. Il Comune “non aveva il diritto d’impedire la speculazione e l’iniziativa privata che si riprometteva in quella elevata e salubre zona della città far sorgere un quartiere destinato ad abitazione delle classi agiate” (I Rioni e i Quartieri di Roma, vol. 5, Roma, Newton Compton Editore). Seppur di lusso, il quartiere venne presto soppiantato – siamo tra il 1870 e il secondo dopoguerra – dalle ambizioni di altri, come quello dei Parioli. Un rione decaduto, ma che abbraccia l’ancora centralissima via Veneto. Queste le sue delimitazioni: Porta Pinciana, via Francesco Crispi, via degli Artisti, via d . Isidoro, via Vittorio Veneto, via S. Basilio, via Lucullo, via Bncompagni, via Calabria, piazza Fiume, corso Italia.
Rione Sallustiano – Rione piccolo e fra i più moderni, come già detto, prende il suo nome dagli Horti Sallustiani. Il suo sviluppo edilizio si può fissare a partire dalla Breccia di Porta di Porta Pia dopo lo sventramento delle mura aureliane. Il suo interesse storico deriva principalmente da una serie di edifici storici: Villino Boncompagni Ludovisi, Villino Casati, Villino Levi, Villino Pignatelli, Villino Rasponi, Villino Rattazzi, Villino Rudinì disposti sul perimetro del borgo, sul confine rionale. Queste le sue delimitazioni: via Venti Settembre, Porta Pia, mura urbane, via Calabria, via Boncompagni, via Lucullo, via di S. Basilio, via S. Nicola da Tolentino, via S. Susanna.
Modernità, è questa la parola chiave con cui potremmo riassumere la tappa di oggi. Per come li conosciamo oggi, Esqulino, Sallustiano e Ludovisi sono tra i borghi più giovani se non i più giovani dell’intero centro storico e, non a torto, anche quelli che più rappresentano l’epoca moderna, nel bene e nel male, tra necessità, speculazioni edilizie e opportunità.