Un’ora di divertimento e ironia, ma soprattutto un’ora in cui si è dimostrato che per ridere non c’è bisogno nè della volgarità nè di grandi mezzi. A patto che gli interpreti siano eccezionali e non si esagera nel definire tali Virginia Quaranta e Giordana Morandini, protagoniste al Centro Culturale Artemia di “Storia vera”, un adattamento teatrale scritto a quattro mani prendendo spunto dall’omonimo racconto del retore greco Luciano di Samosata (II secolo dopo Cristo).
Il lavoro è stato rappresentato venerdì 3, sabato 4 (replica a cui si riferisce questa recensione) ed è in programma anche oggi, domenica 5 giugno, alle 18. Le due artiste sono state un vero e proprio fiume in piena e il pubblico si è lasciato travolgere da questa ondata di comicità ed esplosività.
L’antico testo è considerato il primo racconto di fantascienza della storia dell’umanità e Quaranta e Morandini sono state in grado di interpretare più personaggi nello stesso momento, dimostrando versatilità ed energie inesauribili. Il pubblico romano si è divertito parecchio nello scoprire le peripezie tra le colonne d’Ercole, nel ventre di una balena, persino sulla luna, senza dimenticare l’isola dei Beati e alcune delle tappe del ritorno in patria di Ulisse, come ad esempio Ogigia.
In questo modo ci si può appassionare alla storia dell’antichità, riscoprendo personaggi studiati sui libri di scuola in chiave ironica. Davvero gustosi erano Omero, addormentato e facilmente irascibile, e la ninfa Calipso, goffa e seducente allo stesso tempo, ma anche tanti altri personaggi sono stati resi con una verve unica.
Sono bastate poche scatole e due palloni gonfiabili da ginnastica per la scenografia, i racconti delle due attrici hanno fatto il resto e si poteva immaginare benissimo ogni situazione. Tra balletti stravaganti, voci camuffate e sguardi trasognati, Virginia Quaranta e Giordana Morandini hanno ricordato gli attori di quello che, non a caso, è stato il primo film di fantascienza della storia, “Viaggio nella luna” di Georges Méliès.
Nel cortometraggio del 1902 i personaggi erano ugualmente buffi, pieni di energia e sgraziati, ma nel caso di “Storia vera” si è trattato di una goffaggine voluta e che ha conquistato il pubblico. Alla fine gli applausi sono stati scroscianti e più che meritati.