La questione della consulenza all’Asl di Civitavecchia ha tenuto banco nei due giorni che hanno preceduto l’elezione di Virginia Raggi e l’esposto presentato dall’Anlep (a firma di Renato Ienaro, coordinatore di una commissione del PD) sulla presunta omissione della dichiarazione degli incarichi e dei compensi da parte della pentastellata ha portato all’apertura di un fascicolo in Procura, ma senza ipotesi di reato e indagati.
Sul caso è intervenuto anche Alfonso Sabella, che in un’intervista detto detto che “a questo punto l’avviso di garanzia alla Raggi è un atto dovuto. Per colpa o per dolo siamo davanti all’ipotesi di reato continuato di falso ideologico in atto pubblico. La Raggi, infatti, nel 2013 e nel 2014, ha fornito due false autocerficazioni dichiarando di non aver avuto incarichi della Pubblica Amministrazione con oneri a carico della finanza pubblica, qual è invece l’incarico conferitole dalla Asl di Civitavecchia. Questo dal punto di vista giudiziario. Dal punto di vista politico poi…”.
Inutile la rettifica di Sabella (per lui previsto ruolo nella giunta di Giachetti in caso di vittoria, ndr), arrivata dopo quattro giorni, che ha spiegato come per lui l’atto dovuto fosse l’iscrizione al registro degli indagati e non l’avviso di garanzia. Ma quando si è accorto dell’inesattezza la notizia era già stata ripresa da giornali e agenzie di stampa. Ora anche per lui è stato aperto un fascicolo dal Csm