La panchina della Lazio resta un rebus e questo smentisce quanto affermato lo scorso 20 maggio dal ds Igli Tare che, ai microfoni della radio ufficiale del club, aveva detto che “comunque per la fine della prossima settimana sarà chiara la scelta dell’allenatore”.
Continuano ad aggiungersi nomi alla lista, prima Sampaoli, poi il sorpasso decisivo di Prandelli, ex ct con il quale si parla di un accordo già trovato, poi Ventura, promesso sposo della Nazionale, ma che Lotito vorrebbe soffiare a Tavecchio e portare a Formello, infine Pellegrini, ultimo allenatore accostato in ordine temporale (bisogna anche aggiungere Maran e Gasperini).
L’ambiente, oltre all’arrabbiatura per una stagione fallimentare, ora comincia a spazientirsi e anche i giocatori lanciano dei segnali, basti pensare alle parole di Parolo che ieri in conferenza a Coverciano ha detto che non si possono perdere troppi giorni perché altrimenti si rischia di pagare questo aspetto più avanti.
La verità sembra essere una: tutto resterà fermo finché non si sbloccherà la questione Pioli. Il tecnico emiliano, infatti, è stato esonerato dopo la rovinosa sconfitta nel derby di aprile, ma resta sul libro paga di Lotito, che si vede costretto a sborsare 2 milioni di euro lordi. I tempi si allungano, anche Inzaghi aspetta e intanto una cosa sembra ormai sempre più certa: il ritardo non è dovuto a fattori tecnici ma a fattori economici.