Il 10 giugno 1886 il Monte Tarawera si rese protagonista dell’eruzione più potente che colpì la Nuova Zelanda e che causò la morte di 153 persone (in seguito il fisico Ron Keam dichiarò che i morti furono 108) e la scomparsa di diversi insediamenti Maori, tra i quali Te Wairoa. Era passata da poco la mezzanotte quando oltre 30 terremoti colpirono l’Isola del Nord, l’ultimo intorno alle 2 di notte. Subito dopo l’ultima scossa si udì un’esplosione, mezz’ora dopo le tre cime eruttarono e il flusso fuoriuscito causò la distruzione dei villaggi situati a pochi chilometri di distanza. Andarono cancellate anche le Terrazze Rosa e Bianche, all’epoca considerate l’ottava meraviglia del mondo, che furono in parte riscoperte dopo oltre 120 anni.