Durante quello che Lucia Annunziata ha presentato come “un corpo a corpo”, Virginia Raggi e Roberto Giachetti non si sono tirati indietro quando c’è stato bisogno di ribattere, anche se la prima non ha risparmiato battute, il secondo più volte ha interrotto l’avversaria per puntualizzare cose che secondo lui non erano precise.
Dopo le Olimpiadi, la polemica della giornata riguarda un tema caldo, quello della privatizzazione Atac. Tutto è iniziato quando Raggi ha detto che il M5S, a differenza di altri, vuole che l’azienda del trasporto pubblico, Ama e le altre partecipate restino pubbliche, mentre Giachetti avrebbe affermato il contrario. A quel punto ha invitato a trovare dichiarazioni sulla questione e ha negato, ma su internet subito sono apparsi alcuni titoli di giornali e alcune dichiarazioni, come quelle riportate da La Repubblica e consultabili anche sul sito del candidato del centrosinistra (“L’ idea non è nuova. Anche Ignazio Marino, per dire, l’ aveva accarezzata e, almeno in parte, anche deliberata. Ora ci torna Roberto Giachetti: «Io sono favorevole alla privatizzazione di Farmacap e Assicurazioni di Roma». Sul fronte municipalizzate, il candidato del Pd si spinge anche un po’ più in là, aprendo timidamente alla vendita di Atac. Ma, dice, cedere quote dell’azienda dei trasporti capitolini «in questo momento equivarrebbe a una svendita. Io non ho nessun furore ideologico ma se risanata vale 10 volte tanto”).
Giachetti però non ci sta e invitala Raggi a non dire bugie perché “Non ho mai proposto privatizzazione Atac. Io la risanerò, tu la vuoi lasciare così. Chiedi scusa“. Sfogo continuato attraverso un lungo post pubblicato sul proprio sito:
“Comincio ad essere davvero stanco. Non di questa lunga campagna elettorale. Ma delle balle che Virginia Raggi continua a raccontare ai romani. Capisco la paura con l’avvicinarsi del ballottaggio e capisco che ciascuno ha il suo stile ma non è possibile continuare a inquinare il dibattito con le bugie.
Non ho mai detto, mai, che vorrei privatizzare Atac. Tutt’altro: voglio un Atac forte, pubblica, risanata e in grado finalmente di fornire un servizio dignitoso ai romani. Un servizio all’altezza di quello che Atac ci costa e delle tasse che i romani pagano, all’altezza di una capitale europea.
La differenza tra me e lei – questa vera, invece – è che io sostengo la coraggiosa opera di pulizia e risanamento che il nuovo direttore generale Rettighieri sta portando avanti. Ho detto che lo avrei accompagnato a portare i faldoni in procura mentre lei su questo non apre bocca. Io sto con i lavoratori per bene, con gli autisti e i macchinisti che portano avanti il servizio nonostante tutto, lei incassa felice il sostegno della Quintavalle, leader degli scioperi selvaggi che paralizzano la città e rovinano la vita dei romani.
I fatti sono più forti delle bugie. Ed è su quelli che i romani sceglieranno, malgrado lei”.