Le grandi città hanno grandi numeri e Roma non sfugge a questa regola. Nel bene o nel male, la Capitale d’Italia da un punto di vista demografico è lo specchio della nazione, fatto salve alcune piccole oscillazioni in positivo o in negativo naturalmente. Allora scopriamo che Roma, con i suoi quasi 3 milioni, non solo è la città con il maggior numero di abitanti, ma anche quella che rappresenta, su una base nazionale, meglio il nostro paese e la società. Un campione così grande, ci insegna la statistica, è quello che più approssima la realtà dei fatti su scala nazionale, il miglior sintomo per dirci dove sta andando la nostra società romana e non. Sul sito del comune di Roma è possibile trovare alcuni numeri e alcune informazioni a riguardo e questo, ma anche i prossimi articoli, si prefiggono l’obiettivo di analizzare questi numeri da un punto di vista stretto del loro significato. Qualcuno potrà obiettare inoltre che i numeri non sono tutto nella vita e che una città come l’Urbe non può essere riassunta solo con cifre e grafici, ma è pur vero che i numeri aiutano almeno a ‘misurare’ qualcosa, a fornirci una fotografia sullo stato di salute della nostra popolazione. Vediamo i principali.
2.872.021 di abitanti – In base all’annuario statistico aggiornato al 20 maggio 2016, sono quasi tre milioni gli abitanti residenti a Roma al 31/12/2014, con 1.362.103 maschi e 1.509.918 femmine. La suddivisione in generi prende in considerazione tutti i nati, maschi e femmine alla data di cui sopra. Un dato significativo soprattutto in relazione alla media nazionale all’indice di mascolinità, prossimo dato che analizzerò.
Indice di mascolinità inferiore alla media nazionale – Come già ho accennato, più il campione è grande e diversificato, più questo è rappresentativo della realtà. Naturalmente esistono le eccezioni e questo dato – l’indice di mascolinità appunto – può essere considerato l’eccezione che conferma la regola. Partiamo dalla sua definizione: il grado di mascolinità misura il rapporto tra maschi è femmine moltiplicato per 100. Nello specifico, più questo valore è alto, più i maschi saranno in numero maggiore rispetto alle donne, mentre viceversa, inferiore. A Roma tale indice si attesta al 90,2%: le femmine, insomma, sono più dei maschi. D’altronde, la media nazionale si attesta invece al 94,3%, quindi quello di Roma è ben al di sotto della media calcolata su tutta la penisola.
Indice di vecchiaia – Questo parametro viene calcolato facendo il rapporto tra la popolazione anziana (65 anni e oltre) e la popolazione più giovane (0-14 anni); valori superiori a 100 indicano una maggiore presenza di soggetti anziani rispetto ai giovanissimi, diversamente vale il contrario. A Roma questo valore è di 159,7% contro il 157,7% della media nazionale.
Indice di dipendenza senile – Sembra una parolaccia, ma in realtà l’indice di dipendenza senile misura essenzialmente il rapporto tra il numero di cittadini over 64 – considerati dunque in età non attiva – su quello invece considerato in età attiva, compresi nella fascia 15-64 anni. In questo caso il dato della Capitale è leggermente inferiore alle media nazionale, 33,3% vs 33,7%. In poche parole, la popolazione attiva a Roma è di un soffio superiore a quella che c’è in media in Italia.
Aumento della popolazione tra il 2013 e il 2014 – È pressoché stabile invece il numero dei residenti sul territorio del comune di Roma tra il 2013 e il 2014. L’incremento infatti è stato solo dello 0,3%.
Saldo naturale – Il saldo naturale è la differenza tra i nati vivi e i nati morti in un determinato intervallo di tempo all’interno di un territorio, un comune e/o regione etc. Nello specifico, nell’intervallo di tempo che va dal 2013 al 2014, è stato registrato nel comune di Roma un saldo negativo, – 3045. Un dato che rispecchia la media nazionale per cui le nascite sono inferiori alle morti e che a sua volta si ricollega al problema delle nascite – a Roma e in Italia si fanno sempre meno bambini – e all’età media della popolazione, in aumento sia a Roma e in Italia in generale.
Differenza tra iscritti per immigrazione e cancellati per emigrazione – A Roma, nel 2014, questo valore si è attestato a +11744, a riprova di come questa cifra abbia risentito dei flussi migratori verso l’Europa e i paesi mediterranei. In generale, Roma ha accolto quasi 12 mila immigrati in più rispetto a quelli che anno abbandonato il territorio capitolino.
Nati morti e nati vivi – Sono rispettivamente 8,4 e 9,5 i nati vivi e morti ogni mille residenti a Roma. Un dato significativo, specie il secondo, se partiamo dal presupposto che siamo in una grande città e in un paese dove si fanno sempre meno bambini.
In sintesi, Roma, la Capitale, è in prima linea quale esempio delle difficoltà demografiche cui sta andando incontro l’Italia da almeno un decennio, difficoltà assorbite solo parzialmente con i flussi migratori dall’est europeo oppure dal nord Africa. D’altronde, una città di quasi 3 milioni di abitanti non solo in media più anziana rispetto alle altre, ma anche vittima spesso di disservizi.