Con le votazioni del 19 giugno Virginia Raggi è diventata il primo sindaco donna di Roma e anche il più giovane. Per lei, come qualsiasi altro politico si fosse trovato al suo posto, non sarà un compito facile governare la Capitale, che deve fare i conti con anni di mal governo e adesso deve ripartire per tornare ad essere la città che era:
“Sicuramente inizieremo ad aggredire il tesoretto degli sprechi che ad oggi ammonta a un miliardo e duecento milioni di euro all’anno e quindi dobbiamo andare a recuperare questi sprechi e convertirli in servizi – ha detto durante l’intervista rilasciata ad euronews -. Poi c‘è tutto il tema immenso della rinegoziazione del debito di Roma Capitale che si attesta tra i tredici e i sedici miliardi di euro. Noi dobbiamo fare un audit, capire esattamente cos’è confluito all’interno di quella gestione commissariale e poi rinegoziare i tassi d’interesse. Visto che oggi il costo del denaro è prossimo allo zero, non possiamo continuare a pagare dei tassi d’interesse che sono stati negoziati nel 2008″.
SUL RAPPORTO CON RENZI – “Sicuramente non da parte mia. Io ho sempre detto che mi sarei aspettata un rapporto leale e franco con le altre istituzioni e da parte mia c‘è la massima disponibilità. Io ho dichiarato che avrei tranquillamente messo un punto su quella che è stata la campagna elettorale che è stata molto aspra soprattutto nei miei confronti da parte del PD. Per me non è un problema. Si riparte oggi e si riparte per lavorare nell’interesse di Roma e dei romani. Mi aspetto lealtà da parte delle altre istituzioni e del premier”.
SULLE CONSULENZE – “Innanzitutto non si è trattato di consulenze ma si è trattato di un incarico di assistenza giudiziale, che è molto diverso. Come incarico di assistenza giudiziale io avevo il compito di mettere in esecuzione una sentenza della corte dei conti che acclarava che la ASL era stata vittima di una truffa da parte di un medico. La ASL aveva pagato più soldi di quelli che avrebbe dovuto pagare quindi doveva rientrare di alcuni soldi. Io quindi ho avuto l’incarico di recuperare quei soldi per conto della ASL. Mi è stato conferito un incarico nel 2012, ho effettuato una serie di attività, ho messo una fattura di acconto nel 2014, questa fattura è entrata nella contabilità dell’azienda, ha fatto una serie di giri come in tutte le aziende medio-grandi, è stato emesso un mandato di pagamento nel 2015, questa fattura mi è stata liquidata nel 2015 e quindi è entrata in tutte le mie dichiarazioni nel 2015 esattamente come è previsto per i liberi professionisti che debbono dichiarare secondo il principio di cassa e non quello di competenza”.
SU MAFIA CAPITALE – “Come se ne esce e come non si rimane coinvolti? Innanzitutto bisogna applicare la legge. Per quanto riguarda gli appalti bisogna applicare le norme che prevedono bandi e gare pubbliche. In questo modo si dà la possibilità a tutte le imprese che vogliono lavorare su Roma in determinati settori di proporre la propria offerta al comune e si dà spazio e modo alle offerte migliori di aggiudicarsi la commessa”.
SU APPALTI E INFILTRAZIONI MAFIOSE – “Noi dobbiamo avvalerci di tutti i sistemi che fino ad oggi vengono approntati: dalle dichiarazioni anti-mafia, l’ANAC (l’Autorità nazionale anticorruzione) ha già dichiarato che supporterà comunque l’amministrazione capitolina perché, a seguito a un’indagine, di una relazione effettuata dal presidente Cantone, si è visto come analizzando solo il 10% degli appalti, oltre 1500 appalti, il 90% di tutti questi erano comunque ‘contra legem’ e comunque violavano anche le norme di buon senso. Quindi è evidente che l’amministrazione per anni ha funzionato male e ora deve essere rimessa in carreggiata”.
SULLE PERIFERIE – “Se per Roma è troppo tardi intervenire? No, io direi di no, Roma però deve iniziare da subito a ricucire le periferie al centro. Dove per periferie non si intende solamente la fascia più esterna a livello geografico della nostra città ma si intendono tutte quelle zone che sono poco al di fuori del centro e che ormai sono prive dei più importanti servizi, dal trasporto, ai servizi per il cittadino, a servizi che possono essere il cinema o il teatro. Queste periferie sono diventate dei dormitori, all’esterno di questi dormitori abbiamo dei palazzoni completamente vuoti, Quindi no, non è troppo tardi ma bisogna agire e lo si fa iniziando a recuperare gli sprechi”.
SUL GOVERNARE ROMA E LE RIPERCUSSIONI SUL M5S – “Io credo che i cittadini abbiano in qualche modo, con queste votazioni, soprattutto su Roma, dichiarato con forza la volontà di impegnarsi in prima persona per voler cambiare questa città. Io non credo che questo sia un dato da sottovalutare. Noi, durante questi tre anni di opposizione, durante questi ultimi tre mesi di campagna elettorale abbiamo sempre detto che Roma cambia se cambiano i romani. Riusciremo a fare qualunque cosa se la faremo insieme. Quindi io sono molto fiduciosa che l’esperienza sarà positiva. Ci vorrà del tempo perché non abbiamo la bacchetta magica, ci lasciano una città veramente in macerie. Ma io sono molto fiduciosa che piano piano riusciremo a invertire la rotta di questa macchina che purtroppo sta andando a sbattere contro un muro. Noi invece dobbiamo rimetterla in carreggiata e farla camminare verso un futuro nel quale i bisogni dei cittadini saranno rimessi al centro”.
SUI CAMPI ROM – “L‘Europa non ci chiede esattamente lo smantellamento. Ci chiede il superamento, che è una cosa diversa. Lo smantellamento presuppone che dall’oggi al domani io chiuda il campo. È evidente che un’operazione così netta implica semplicemente uno spostamento di persone. Il superamento graduale dei campi implica invece un’azione più importante e incisiva ed è quella che passa per un censimento serio e attuale delle condizioni socio-economiche, patrimoniali e reddituali delle persone che abitano il campo. Quindi si deve capire esattamente chi ci abita. I bambini devono andare a scuola, i giovani devono essere avviati al lavoro e gli adulti devono lavorare e pagare le tasse. Chi ha la possibilità di comprarsi o di affittarsi una casa lo farà, esattamente come fanno tutte le altre persone in Italia, anche perché non è tollerabile vedere all’esterno dei campi rom macchine di grossa cilindrata, sapendo che molte delle persone che abitano nei campi hanno già una casa di proprietà altrove. Questo deve cessare. È un’operazione che va fatta in maniera graduale, però deve essere conclusiva e non deve essere la solita operazione di facciata. Ci potrà volere un po’ più di tempo però all’esito di questa operazione i campi saranno chiusi e superati. Esattamente come chiede l’Europa, peraltro da anni. Si portano gli assistenti sociali, la forza pubblica, si devono effettuare anche operazioni di controllo incrociato sui conti bancari. Non direi che è un’operazione populista. Direi che è l’unica cosa, che peraltro ci chiede l’Europa, che consente di risolvere definitivamente questa questione nella quale peraltro hanno già mangiato sempre pochissime associazioni. E tutto questo è continuato in maniera indisturbata sotto le ultime giunte”.
SULLE OLIMPIADI – “La mia posizione non cambia. In questo momento non è la davvero la priorità dei romani. Più che Olimpiadi dello sport mi sembra siano Olimpiadi del mattone, come del resto sono sempre state queste grandi occasioni di sport in tutto il mondo e non solo in Italia. I dati economici e storici ci dicono che tutte le città ospitanti si sono stra-indebitate. Io direi che Roma, con un debito di 13 miliardi di euro, oggi non si può permettere di assumere su di sé un ulteriore debito per fare altre cattedrali nel deserto che poi resteranno tali. Se si vuole parlare di sport io sono favorevolissima, ma iniziamo a parlare degli impianti sportivi comunali. Roma ne ha oltre 160 che cadono a pezzi e che nessuno si è mai premurato di ristrutturare o di ripristinare. Se parliamo di sport, parliamone tutti i giorni. Il mio no non è dettato dalla paura, è molto chiaro e parte proprio dai conti”.