L’immagine è rimbalzata a mezzo social e su tutti i giornali. Sto parlando delle tre ragazze che in barba a qualsiasi regolamento hanno deciso di farsi un bagno nella fontana del Gianicolo. In barba a qualsiasi regolamento e a qualsiasi controllo, aggiungo. Allora apriti cielo. La levata di scudi è stata unanime, la rabbia, nemmeno troppo contenuta, pure. Che poi è lo stesso, ok. Insomma, che ci fanno due ragazze nel fontanone del Gianicolo in costume? Ovvio, fanno il bagno. Ci mancherebbe. Beata gioventù.
“Dite quello che vi pare. Per me, carine. In questa città depressa e ingrugnita, un’immagine di allegria. Le scene che fanno arrabbiare sono altrove, e se non sappiamo più distinguere il vandalismo dal tuffo matto di tre ragazze in vacanza siamo fritti“, ha dichiarato Flavia Perina, che pure è stata in corsa per diventare assessore avesse vinto Roberto Giachetti (Pd) al posto di Virginia Raggi (M5S).
Ammesso e non concesso che siamo in un paese libero e i romani da sempre sono popolo predisposto geneticamente all’accoglienza, questo non vuol dire che si accetti pure di dover sfoggiare l’anello al naso. La città non deve e non può essere zona franca, né i turisti possono pensare di poterne usufruire secondo il proprio comodo. Roma e i suoi cittadini hanno raggiunto la soglia di sopportazione.
In questo paese e di concerto qui nella Capitale, ci siamo abituati a giustificare sempre e comunque. In fondo che fa? Che sarà mai se nelle nostre fontane ci si fa il bagno? Sulle scale di Trinità dei Monti si banchetta e agli angoli di via dei Condotti ci sono i venditori di caldarroste o fiori? Oppure persone che si fanno il bagno, quello vero con tanto di shampoo, sotto i nasoni disseminati per Roma.
Quelle ragazze avrebbero fatto lo stesso nel loro paese? Soprattutto, se sono invece italiane, perché non si sono domandate il senso di un’azione che non fa bene all’immagine della città, di quella città che è pure la Capitale del proprio paese. Il caldo può giocare brutti scherzi, per carità, ma se tutti, e di tutti, ognuno di noi, imitasse quelle ragazze? Cosa succederebbe?
Succederebbe che si perderebbe la misura del senso civico, del rispetto e di qualsiasi cosa appartiene al bene comune. Senza contare che la fontana del Gianicolo non è una piscina e la sua condizione igienica potrebbe andare a discapito delle ragazze e tutti gli altri buontemponi.
Il fatto è che la Gioventù non può giustificare tutto, non può giustificare ogni azione. Perché un’azione è sbagliata a prescindere dall’età del trasgressore. La legge non ammette ignoranza, nemmeno nel caso di minore età. Non completamente, almeno. MI chiedo dove fossero i vigili e perché altri non abbiano chiamato e permesso alle forze dell’ordine di intervenire.
Ogni tanto una brutta figura non fa male. Ci ridimensione, ci restituisce al mondo e alla comunità di cui facciamo parte. Ci restituisce alle regole all’amor proprio. Io non lo avrei mai fatto. Molti di voi non lo avrebbero fatto e non lo farebbero se in visita in un altro paese. Nel pieno rispetto delle tradizioni altrui, dopo millenni o pochi secoli, da un’altra parte ti fanno fare una bella capatina in cella, ti ci lasciano una notte a riflettere e ti liberano magari il giorno dopo.
Oddio, magari non abbiamo bisogno di sceriffi, a Roma, ma dei blocchetti delle multe sì. Roma merita più rispetto. Perché, miei cari turisti: a casa vostra difficilmente abusate della libertà che credete vi sia concessa qui. Siete solo ospiti, non dimenticatevelo. Se proprio sentite caldo, la prossima volta andate al mare. Checché ne dicano pseudo rappresentanti delle Istituzioni.