Stefano Vignaroli, deputato pentastellato, è al centro delle polemiche a causa dell’articolo apparso oggi su La Repubblica e nel quale si parla di un incontro avvenuto lo scorso 30 giugno tra lui, l’assessore Muraro (solo indicata all’Ambiente all’epoca), Daniele Fortini (presidente AMA) e l’avvocato Saloni per il Calori. Secondo quanto riportato dal quotidiano, infatti, tra le parti ci sarebbe un vero e proprio patto per tamponare l’emergenza rifiuti a Roma. Subito dopo l’elezione di Virginia Raggi la Capitale versava in condizioni drammatiche ed è proprio in quel momento che Vignaroli è entrato in scena e ha preso le redini della situazioni sancendo, in uno studio privato, l’accordo per lo smaltimento di 200 tonnellate di rifiuti.
Da qui la polemica che sta tenendo banco oggi. Il PD lo accusa perché, come detto da Andrea Romano, “ha costruito la sua intera carriera politica sulla critica alla discarica di Malagrotta gestita da Cerroni e alla prima prova di governo avrebbe stipulato un patto privato con Manlio Cerroni, già condannato e rinviato a giudizio per disastro ambientale“. Poi i quesiti: a che titolo sarebbe intervenuto il deputato? Ne era al corrente la sindaca Raggi? E, infine, la richiesta di dimissioni dell’esponente M5S dalla Commissione Bicamerale Ecomafie.
Proprio a causa di questa polemica Vignaroli ha commentato:
“Vedo che dal Pd i soliti mendicatori di titoli si lanciano in ricostruzioni lunari della realtà, dimostrando anche scarse competenze in materia di rifiuti, ma tant’è. Allora facciamo qualche precisazione: la prima è sul merito dell’articolo comparso su Repubblica, che parla di ‘patto segreto’ ma poi nel pezzo specifica che avevo già riferito su Fb del tavolo. Un po’ di confusione, no? Senza contare che il tutto era già uscito su altri quotidiani nei giorni precedenti, ma con toni sicuramente diversi, più adeguati rispetto al contenuto dell’incontro. Che, ribadisco, mirava a far dialogare le parti competenti per affrontare al meglio, in un periodo di tempo specifico di alcuni giorni, la situazione di pre-emergenza, in vista anche dello sciopero poi revocato. Il punto qui è molto semplice: gli stessi che in queste ore muovono accuse sulla mia persona sono i principali responsabili del disastro in cui versa Roma. Le emergenze di oggi, è evidente, sono il frutto di gestioni scellerate compiute dalla vecchia politica a danno della macchina pubblica e delle aziende capitoline. Abbiano almeno il pudore di tacere”.