Il 1° luglio 1861, pochi mesi dopo la proclamazione del Regno d’Italia, fu pubblicato il primo numero del quotidiano L’Osservatore Romano, edito nella Città del Vaticano e fondato da Nicola Zanchini e Giuseppe Bastia, due avvocati che vivevano nello Stato del Papa e che riuscirono a portare avanti il proprio progetto grazie al sostegno dei privati e dello stesso Pontefice, che doveva rispondere all’esigenza di dotare il governo di un mezzo di informazione in grado di veicolare la propria posizione.
I due fondatori assunsero anche la direzione del giornale “politico-morale”, dicitura in seguito trasformata il “giornale quotidiano politico religioso”. Alla sua uscita costava 27 lire, si componeva di quattro pagine e, come succedeva all’epoca, non aveva una sede. Solo l’anno successivo la redazione si stabilì a Palazzo Petri e lì resto per nove anni. inoltre, quello stesso anno comparvero due citazioni: “Unicuique suum” e “non praevalebunt”, rispettivamente “a ciascuno il suo” e “non prevarranno”, frase ripresa dal Vangelo di Matteo e riferita agli Inferi.
Con la Breccia di Porta Pia divenne l’unico organo di stampa della Santa Sede visto che il “Giornale” smise di essere pubblicato. I primi cambiamenti avvennero nel 1909, quando furono inaugurate le pagine dedicate ad arte, sport e teatro e aumentarono le pagine, che divennero sei. In occasione della prima guerra mondiale L’Osservatore Romano restò neutrale e in seguito a quello stesso conflitto il Papa aumentò il capitale della società editrice e, per scongiurare eventi come lo sciopero degli addetti avvenuto nel 1919, comprò una tipografia. Nel 1920 Giuseppe Dalla Torre divenne direttore e con lui il giornale dedicò maggiore attenzione alla politica internazionale e pubblicò anche un settimanale illustrato che fu accantonato in tempi più recenti, nel 2007.
Periodo alquanto critico quello della seconda guerra mondiale visto che il regime fascista impedì la pubblicazione di comunicati stampa sul conflitto mondiale e ridusse la sua tiratura.
Raggiunta la stesura di 30mila copie, solo nel 2007 fu inserita l’impaginazione a colori e solo nel 2008 fu assunta la prima donna in redazione,