La vicenda Bielsa ha fatto troppo rumore per non far intervenire il presidente Lotito in prima persona. A Formello non si parla di Simone Inzaghi, scelto come tecnico della Lazio dopo una lista di allenatori che parte da Sampaoli, arriva a Prandelli e termina proprio con El Loco, ritiratosi ufficialmente ieri dopo il mancato rispetto degli accordi presi con la società sul mercato. Per primo è intervenuto l’avvocato Gentile:
“Questo rapporto è nato verso metà giugno, ha avuto una serie di trattative di carattere verbale e poi è arrivata una proposta di contratto che ha mandato il mister alla Lazio e alla quale la Lazio ha risposto con una sua proposta. Poi è andato a trattare Armando Calveri e il contratto è arrivato a Roma ed è stato depositato. Il contratto è piuttosto corposo, 13 pagine, è vincolato a termini di riservatezza e il mister aveva inviato una sorta di decalogo che ha voluto analiticamente inserire. La corrispondenza che ha rotto questo contratto è del 7 luglio e dopo aver avuto conferma del suo arrivo a Formello. Questa è la storia del contratto dal punto di vista contrattuale”.
Non ci sono clausole legate al mercato?
“No, vi ho letto integralmente il contenuto del contratto. Non c’è una parola nel contratto predisposto dal mister che riguarda la campagna acquisti. Ovviamente se il club deve acquistare deve sapere del gradimento del mister. Il comunicato di ieri lo spiego come la creazione di un pretesto per sganciarsi da questo contratto perché non c’è stato nessun fatto oggettivo che possa giustificare la decisione. Il contratto è stato depositato perché firmato e perché doveva avere il visto e lui non sarebbe potuto entrare in questo Paese. Se non l’avessimo fatto avrebbe detto di non essere venuto per colpa nostra”.
Quando vi siete accorti di un cambiamento?
“La sera del 7 luglio. Ho parlato con Tare e Calveri all’1 di notte per dirgli di venire e attuare i programmi ipotizzati, la mattina alle 7 è arrivata quella lettera. Lui doveva venire già dal 2-3 luglio. Pensavamo gli servisse del tempo in Argentina”.
I prossimi passi?
“La situazione è grave e delicata. Il contratto è sottoposto alla giurisdizione italiana e quindi noi abbiamo la possibilità di ricorrere alla tutela arbitrale oppure direttamente al giudice del lavoro. Valuteremo con il presidente. La Lazio non starà ferma e non subirà una violenza del genere”.
Bielsa è libero di firmare altrove?
“Bielsa come ha violato questo contratto, può violarne altri. Se dal punto di vista della Federazione argentina si ritiene libero, allora firmerà. A noi interessa il risarcimento causato dal danno all’immagine con questa rottura ingiustificata”.
A quanto ammonta il risarcimento?
“Ancora non sappiamo, ma abbiamo un’importante domanda risarcitoria”.
Un contatto umano c’è stato?
Risponde Tare: “C’è stato tra Tare, Calveri, Bielsa e il suo staff”.
Che valore dà la Lazio alle dimissioni?
“Dal punto di vista giuridico le dimissioni sono un inadempimento contrattuale e quindi il contratto è risolto per inadempimento del contraente. Per la Lazio, in base a questi fatti, si preannuncia anche il rifiuto dei suoi collaboratori. Per noi è un lavoratore che non si presenta al lavoro senza giustificazioni. Si è auto licenziato”.
Di fronte alle dimissioni c’è il modo di avvalersi giuridicamente?
“Certo, il contratto scade nel giugno del 2017, creo un danno. Ci sono una serie di danni per dare un corpo monetario alla quantità del danno”.
Potevano essere rifiutate le dimissioni?
“Le dimissioni devono essere motivate. La giusta causa di Bielsa non la riconosciamo perché non è una clausola del contratto”.
TARE
Come si fa scegliere un personaggio nona vendo la forza?
“Parte tutto all’inizio di giugno. Cerco di contattarlo, ricevo una telefonata e mi chiede conferme dell’interesse. Confermo e lui conferma la volontà di incontrarci. Ci incontriamo e chiede di prolungare la permanenza. Gli è stato spiegato tutto il mondo Lazio per dargli la possibilità di fare una scelta libera. Dopo tre giorni ci siamo lasciati con un accordo verbale da parte sua e con il permesso di tornare in Argentina per avere l’ok della famiglia. Abbiamo toccato tutti gli argomenti importanti per creare una base di lavoro. Si è partiti da un contratto a lungo termine, ma questa possibilità non è stata presa in considerazione, come quella del contratto di un anno con opzione. Accettava il contratto di un anno con la parola di prolungare in caso di ottimi risultati. Con questo accordo raggiunto abbiamo mandato il nostro segretario per avere la firma del contratto”.
E’ vero che la Lazio ha dovuto rivedere le trattative di mercato e che lui aveva ripensamenti?
“Quando ci siamo incontrati lui aveva un dossier molto ampio sulla Lazio e quando si è presentato mi ha detto di aver visto quasi cinque partite di ogni giocatore e aveva conoscenze anche della Primavera. Gli abbiamo prospettato gli obiettivi di mercato e abbiamo avuto l’ok per Jardell e Adriano, ad esempio. Abbiamo fatto un piano di lavoro: quattro acquisti e ha espresso dubbi su alcuni elementi, accordandoci di dare modo a questi giocatori di farsi conoscere e di prendere la decisione finale a fine ritiro. A quel punto la Lazio sarebbe intervenuta ancora se necessario. Abbiamo cercato di accontentare le sue decisioni, come Llorente del Real Madrid, un difensore che avrebbe dovuto giocare l’80% delle partite da titolare. Tutto saltato perché il giocatore voleva restare in Spagna. Altrimenti si sarebbe raddoppiato il prezzo e non avremmo potuto comprarlo. Mi ha chiesto di contattare il giocatore che gli ha risposto che lo ringraziava, ma che non voleva lasciare la Spagna. Lo stesso è stato per un altro centrale, Mammana del River Plate. All’ultimo giorno prima della partenza per il Lione, avevo un’informazione che il calciatore potesse venire alla Lazio. Abbiamo cercato di convincerlo, era un’operazione di 8-9 milioni di euro. Mi ha richiamato dopo mezz’ora che non era possibile acquistarlo perché aveva trovato un accordo con il Lione. Il terzo giocatore era Morel del Lione, visto che l’aveva avuto a Marsiglia. Gioca da terzino ma può fare il centrale. Lui voleva venire, noi volevamo prenderlo ma 2-3 giorni fa abbiamo avuto la risposta del Lione. Lo hanno considerato incedibile. Il quarto giocatore è Rodrigo Caio, il difensore del San Paolo. Io lo seguivo da due anni, ma doveva capire bene la sua situazione. Avevamo un accordo di approfondire l’argomento più in là visto che era impegnato in Libertadores e poi alle Olimpiade. E’ un giocatore in essere. Sulla fascia sinistra abbiamo valutato Beausejour, sarebbe stato solo l’alternativa alle nostre trattative, quelle di Adriano e di un altro giocatore, di cui ho avuto l’assenso e che sto cercando di prendere. Se partisse Candreva ci sarebbe già un giocatore bloccato e sia lui che Valencia sono nomi che abbiamo proposto noi e che lui ha accettato. La volontà del giocatore c’è, ma le tempistiche non le decidiamo noi, anche se cercheremo di accelerare. Abbiamo fatto tutto questo per qualcuno che non era ancora il nostro allenatore. In caso di necessità dopo Auronzo avremmo investito altri 30 milioni di euro in caso di richieste”.
Su Pato?
“Quando me l’ha chiesto ho confermato le sue qualità, ci sono stati dei dubbi, ma lui ha garantito che si doveva fare di tutto per portarlo a Roma. Parlo con l’agente, lo incontro a Roma con il presidente e gli propongo 4 anni con ingaggio importante, vicino al contratto di Klose. Pato ha detto che avrebbe dovuto parlare con la moglie, poi l’agente ha detto di non aver ricevuto nessuna proposta dall’Europa e il giorno dopo ho parlato con il giocatore, che ha detto di voler proseguire fino al 30 dicembre al Corinthias e che non voleva lasciare il Brasile”.
Altre cessioni di big?
“No, abbiamo fatto un programma di lavoro e abbiamo deciso che chi voleva andare via sarebbe stato ceduto. Ha chiesto garanzie su Keita e Biglia. L’allenatore ha messo come scadenza per gli acquisti il 5 luglio e gli è stata data la possibilità, come mai prima, di partecipare a tutte le trattative. Doveva presentarsi per il ritiro e la sua non presenza ha messo in grave difficoltà il lavoro di tutti. Speravo che il rapporto creato fosse sereno e di collaborazione, ma il suo soprannome fa capire tante cose”.
Cambierebbe qualcosa?
“Non posso dire che abbiamo fatto o non fatto. Il suo arrivo in Italia avrebbe avuto un significato forte. Tutti gli obiettivi che abbiamo deciso insieme sono ancora in essere. Tranne qualcuno da lui stesso rifiutato”.
L’idea Bielsa è sua o del presidente? Pensa alle dimissioni?
“Si capisce l’intenzione della domanda e preferisco non rispondere”.
Come riparte il mercato della Lazio?
“Sul futuro lascio parola al presidente. Sì, le idee di Bielsa saranno portate avanti”.
Ci sono stati scontri con Bielsa?
“Sì, ho avuto un discorso acceso con lui la sera prima della sua lettera e riguarda la trattativa di Pato perché era informato da terze persone su cifre inesatte della proposta. Gli ho detto una cosa importante, gli ho dato la possibilità di parlare con l’agente per avere le cifre della Lazio e il giorno dopo sarei stato disposto alle dimissioni in caso non fossero state vere. So che intorno al mondo Lazio sono arrivate richieste di non accettare il ruolo”.