Cuba si identifica con Fidel Castro (al secolo Fidel Alejandro Castro Ruz), il capo di Stato che ha dominato oltre quarant’anni e che oggi compie gli anni. Nato a Biran il 13 agosto 1926 da Ángel Castro Argiz e Lina Ruz González, grazie alla situazione economica della famiglia poté studiare a Santiafo di Cuba, in un complesso scolastico frequentato da ragazzi provenienti da famiglie benestanti e in seguito proseguì gli studi nel collegio Belén (Avana), dove i sacerdoti gesuiti lo avvicinarono agli ideali secondo i quali i valori spagnoli erano superiori alla cultura anglosassone. Restò nell’Avana e studiò Diritto all’università e lì iniziò la propria attività come dirigente di organizzazioni studentesche e si schierò contro il governo di Ramón Grau.
Nel frattempo, correva l’anno 1948, sposò Marta Diaz-Balart e in seguito iniziò a lavorare presso uno studio associato, ma il suo interesse verso la politica sfociò nella voglia di candidarsi al parlamento nel 1952. Fu il colpo di Stato con cui Batista si impose alla guida del governo a rovinargli i piani, ma lui reagì denunciando il dittatore, senza però avere risposte positive. Fu allora che organizzò l’assalto alla caserma Moncada il 26 luglio 1953, ma a causa dell’impreparazione del gruppo da lui guidato portò a una sconfitta rovinosa e alla sua stessa cattura. E, nonostante l’esito negativo, quello fu considerato l’episodio che diede il via alla rivoluzione cubana, tanto che lo stesso Fidel Castro decise di ricordarlo fondando il Movimento 26 luglio, un’organizzazione clandestina da lui fondata e guidata dopo l’amnistia concessagli dallo stesso Batista.
Fuggì in esilio in Messico e lì conobbe altri rivoluzionari con i quali tornò clandestinamente in patria (tra gli ottanta uomini che lo seguivano c’erano il fratello Raúl e Che Guevara) e tenne testa agli uomini di di Batista durante una guerriglia. Da ottanta (dopo lo scontro sopravvissero una decina) si arrivò a 800 uomini al seguito del rivoluzionario e questi riuscirono a vincere diversi scontri, portando Batista a lasciare Cuba.
L’8 gennaio 1959 Fidel Castro divenne Comandante in Capo delle Forze Armate e il successivo 16 febbraio assunse anche il ruolo di Primo ministro di Cuba. la sua fu una politica orientata al socialismo e tra i suoi interventi ci furono: riforma agraria e nazionalizzazione di banche, società petrolifere e degli zuccherifici. Furono questi ultimi interventi a creare i primi contrasti con i vicini Stati Uniti e un legame con l’Unione Sovietica, pronta a supportare il piccolo Stato che nel 1961 fu dichiarata “Repubblica democratica socialista”. I problemi con gli USA aumentarono a causa dell’installazione di missili sovietici in territorio cubano (fu la cosiddetta crisi dei missili di Cuba) e anche quando la situazione rientrò i rapporti tra i due stati rimasero ostili.
Castro si impegnò nella campagna di alfabetizzazione, ma l’economia nazionale risentì dei rapporti negativi con gli USA e, infatti, l’appoggio sovietico divenne fondamentale, tanto che quando l’URSS crollò sorsero diverse difficoltà che si protrassero fino agli anni Duemila. Nel 1966 convocò una Conferenza Tricontinentale e fondò la OLAS, l’organizzazione latino-americana di solidarietà, appoggiando la rivoluzione negli Stati latino-americani.
Nel febbraio del 1976 entrò in vigore la Costituzione e lui quello stesso anno divenne presidente del Consiglio di Stato. Si impegnò in Angola, Etiopia, Nicaragua, Salvador e Grenada e proprio nell’ultima isola subì la superiorità dei soldati statunitensi. Così, alla fine degli anni Ottanta fu costretto a ordinare il ritiro delle truppe dall’Angola e dall’Etiopia, mentre al Nicaragua negò la fornitura di petrolio e cibo.
Cuba subì la condizione di isolamento, ma Castro fu confermato al comando della nazione e rimase stabilmente in politica fino al 2006, anno in cui cedette per la prima volta – temporaneamente – il governo al fratello Raúl a causa di problemi di salute. Lasciò ufficialmente le cariche di presidente del Consiglio e Comandante in capo il 18 febbraio 2008 e mantenne quella di primo Segretario del partito fino al 19 aprile del 2011. Per molto stette lontano dalla scena pubblica, poi tornò protagonista e uno dei suoi ultimi interventi, quello tenutosi alla chiusura del Congresso del partito comunista di Cuba, l’ha visto protagonista del seguente discorso:
“Forse questa sarà l’ultima volta in cui parlo in questa stanza. Presto compirò 90 anni. Non mi aveva mia sfiorato una tale idea e non è stato il frutto di uno sforzo, è stato il caso. Presto sarò come tutti gli altri, il turno arriva per tutti […]. Le idee dei comunisti cubani rimarranno come prova che su questo pianeta, se lavori molto e con dignità, puoi produrre i beni materiali e culturali di cui gli esseri umani hanno bisogno. Ai nostri fratelli dell’America Latina e del mondo dobbiamo trasmettere che il popolo cubano vincerà”.
(La Repubblica)
A dieci anni dal suo primo allontanamento dalla politica, Fidel Castro resta ancora la figura principale di “uno Stato in miniatura” che nella seconda metà del Novecento è diventato protagonista di vicende internazionali.