c’è la maggioranza e c’è l’opposizione. Ci sono i 5 stelle e il resto del mondo. Ci sono gli Harlem Globetrotters e le squadre normali. C’è la legalità e il malaffare. Ci sono i magistrati e i comuni mortali che, a 600 km dalla propria casa, lavorano ma non guadagnano certo 193 mila euro (lordi) come Carla Raineri, capo di gabinetto della sindaca Virginia Raggi.
Leggendo l’intervista rilasciata al Il Corriere della Sera, Carla Raineri è così infastidita che a leggere le sue parole quasi mi sono infastidito a mia volta. S’attacca, evidentemente. Si attacca perché a sentire lei, il magistrato, contestare il suo stipendio è un vile attacca all’Anm e tutto quello che rappresenta.
Lei, che lavora a 600 km di distanza, lei che ha lasciato Milano e la famiglia per diventare uno dei bracci armati di Virginia Raggi e del M5S. Lei, costretta a vivere in albergo, a pagarsi i viaggi per tornare dalla famiglia e alla sua Milano di cui sopra. Lei, che ci sta rimettendo – economicamente parlando – avendo accettato l’incarico di Roma. Lei che “se volete qualcuno che guadagni di meno“, allora fate fare il capo di gabinetto a mio figlio. Il figlio che guadagna solo 1500 euro al mese.
Carla Raineri è infastidita, ma lo sono anche io. Lo sono per due ordini di ragioni: 1) nessuno ti ha obbligato ad accettare l’incarico; 2) se puoi pagarti l’albergo, allora puoi anche affittarti una casa, qui a Roma. Una di quelle case del Comune, sfitte o del sommerso. Non dico di prendersi una catapecchia e restaurarla, ma una via di mezzo, sì, una via di mezzo in posizione centrale dovrebbe andare.
Dico questo perché aldilà del discorso dei tagli, di una Giunta Capitolina a 5 stelle impegnata fin da subito nel voler tagliare i ponti con il passato, pensare a dei sacrifici per 193 mila euro fa sorridere. Fa sorridere perché il tuo incarico amministrativo è lautamente pagato, lautamente ricompensato. C’è gente che lavora giorno e notte e finisce nell’anonimato la sua vita e forse non arriva a mille euro. Ci rimette tutti i giorni e pur rimettendoci manda avanti una famiglia, paga il mutuo e fa studiare i figli.
Dare i numeri fa sempre comodo, perché il numero è peso e misura di un mondo spesso fatto di ombre e tanto/troppo pressapochismo ma a volte di fronte ai numeri più che discutere sarebbe meglio tacere. Soprattutto se ci riguardano.
Sentire un magistrato che ci rimette, scegliere queste esatte parole per motivare la sua nomina e fare riferimento al figlio, diversamente, se si vuol spendere meno è fastidioso. Per chi scrive, almeno. Ma non perché io stia di qui o di là della barricata; sinceramente cosa ne pensa il Pd o Fratelli d’Italia poco mi interessa.
La nomina non è piovuta dal cielo. La nomina era vacante e quando le è stata offerta, signora Raineri lei l’ha accettata in tutta libertà; a me sta bene, ai 5 stelle sta bene. Agli elettori dei 5 stelli pure, magari. Però, ecco, non venga a dirmi che ci sta rimettendo. Perché quando sento queste cose, mi domando allora quanto ci abbia rimesso il Paese, quanto ci abbiano rimesso gli italiani in questi ultimi anni da che la politica – con la p minuscola volutamente – li ha solo spremuti, restituendo in cambio le briciole.
Luigi B.
15 Agosto 2016 @ 13:51
Quindi a fare il capo di gabinetto al comune di Roma può essere chiunque? Quanto spenderebbe un malato grave per farsi curare dal più bravo? O forse che si andrebbe con la pelle in mano dal primo dottorino solo per risparmiare? Non sarebbe più onesto gridare allo stipendio troppo alto quando la magistrata neo capo di gabinetto dimostrasse di non essere all’altezza? Invece no ed ecco l’ennesimo articolo che chi sa perchè riesce solo a vedere la pagliuzza nell’occhio dei 5 stelle. Strano, nessuno che grida contro i 360 mila euro ciascuno ai due incarichi dati da Sala a Milano, nessuno che menziona il fatto che anche con lo stipendio dato all Raineri la giunta Raggi spenderà meno di quella di Marino e Alemanno! Sono state scritti più articoli contro la giunta Raggi in un mese che contro la trattativa Stato-Mafia in 10 anni. Complimenti per l’onestà intellettuale.
Alessio Dente
15 Agosto 2016 @ 18:54
Non si discute la cifra, ma altro. Almeno, in proporzione alle affermazioni che seguono e stridono se messe accanto a essa. A me sta bene che guadagni quella cifra, ma il magistrato non se ne lamenti dicendo che “ci sto rimettendo”. Il suo tenore di vita rimane comunque su standard altissimi.
Con onestà intellettuale,
Saluti