Una recente sentenza della Commissione Tributaria Provinciale di Catania ha aperto scenari imprevedibili per quel che riguarda il redditometro. Si tratta dello strumento con cui l’Agenzia delle Entrate accerta le spese dei contribuenti mettendole a confronto con i loro redditi dichiarati.
Come spiegato dal portale Laleggepertutti.it, il redditometro è illegittimo perchè è stato attuato con dei decreti ministeriali che non sono ugualmente legittimi e quindi nulli. Secondo i giudici siciliani, i decreti sono stati pubblicati senza una legge che abbia autorizzato il governo in materia.
Di conseguenza ci sarebbe un difetto di attribuzione dei poteri. Con i decreti nulli, anche il redditometro diventa nullo e lo stesso discorso vale per gli accertamenti del Fisco. I contribuenti possono cantare vittoria?
Il Tribunale di Napoli aveva già definito questo strumento illegittimo in quanto in aperta violazione alla normativa sulla privacy (vengono raccolti dati molto delicati dei cittadini). Non è dunque la prima bocciatura nei confronti del redditometro, anche se il contribuente che vuole difendersi da questo accertamento non ha certo un compito semplice.
Secondo l’ultima sentenza, è necessario procurarsi una prova contraria alle presunzioni del Fisco, ma è un’operazione quasi impossibile. Discriminatorio, invadente e illegittimo: sono tanti gli aggettivi con cui la magistratura ha definito il redditometro, ma lo strumento riesce ancora a resistere.