Tocca nuovamente all’asilo nido Freccia Azzurra, situato nel Municipio XII, salire sul piedistallo della cronaca “nera”. A distanza di soli tre mesi dall’ultimo episodio legato all’insicurezza della struttura, infatti, nella notte tra il 18 e 19 settembre, il controsoffitto di uno degli asili più rinomati del municipio è venuto giù nuovamente. Roberto D’Ambrogio, presidente dell’Associazione Roma nel Cuore ha commentato quanto accaduto:
“Già a maggio era accaduto un fatto analogo che ha aperto una diatriba tra gli ingegneri del municipio, per i quali la struttura era agibile, e i vigili del fuoco, i quali erano stati minacciati di essere denunciati per procurato allarme, visto il verbale discordante. L’unica fortuna di questo episodio è riscontrabile nel’orario del cedimento, un orario notturno, che ha fatto si che all’interno del nido non fossero presenti né genitori né bambini né educatrici. Ricordo ancora il verbale dei Vigili del fuoco in cui si raccontava di una struttura dissestata, ma in municipio hanno deciso che era sufficiente un piccolo intervento di muratura per poi risolvere il problema in modo definitivo durante l’estate. Solo tre mesi ci sono voluti per smentire quelle solite false promesse e quella che era stata definita una piccola infiltrazione si è rifatta viva provocando l’ennesimo crollo, tra lo stupore e il solito immobilismo della nuova giunta pentastellata”.
IL PERICOLO – “Bisognerà attendere qualche disgrazia in termini di vite umane o qualche serio infortunio per comprendere che il grado di abbandono delle strutture e la relativa mancanza di manutenzione, non sono idonee a garantire l’agibilità degli edifici e la sicurezza di chi li vive? In ogni caso, ora, i genitori si troveranno costretti a trovare misure alternative e dispendiose per far sì che i propri figli siano al sicuro durante gli orari di lavoro. Oltre al disservizio arrecato ai cittadini e al pericolo legato all’incolumità fisica, il danno per le famiglie è anche economico. Noi continuiamo a denunciare i fatti nella speranza che prima o poi dalle istituzioni arrivi qualche risposta concreta”, conclude Roberto D’Ambrogio.