Arturo Diaconale, il responsabile della comunicazione della Lazio, è tornato a parlare e per farlo ha scelto Radio Incontro Olympia, con cui ha affrontato diversi temi, tra i quali quello riguardante l’intervista rilasciata da Candreva, il caso Keita e lo stadio:
“Ho capito perfettamente Candreva. Ha avuto una forte delusione per non aver ricevuto la fascia di capitano lo scorso anno. Però è stato molto onesto nel riconoscere gratitudine alla Lazio, evidenziando l’importanza della sua esperienza alla Lazio dove è tornato protagonista tornando ad essere un uomo mercato forte. Deluso per la fascia di capitano e spinto da questo a chiedere la cessione. Il problema vero non sono i pensieri di Candreva, la cosa importante sono i rapporti tra Candreva e la società e i rapporti della società con i tifosi. Non è vero che la Lazio ha fatto casso per fare mercato, la società ha accontentato il giocatore che voleva essere ceduto e incasserà quei soldi in quattro anni. La campagna acquisti è stata fatta a prescindere”.
CASO KEITA – “Inutile sottolineare il valore e il l’importanza del lavoro di Peruzzi, ma il suo contributo ha svolto un ruolo determinante. Il caso Keita è stato risolto, e lo dimostra il fatto che sia tornato in gruppo, e sia sceso in campo tornando a parlare sul campo. C’è un clima positivo all’interno della squadra e mi sento di poter dire che anche la frattura e i malumori con il gruppo siano stati sanati. Per il futuro non escludo rinnovi o clausole però adesso l’unica cosa importante è che sia tutto rientrato e ricomposto”.
LO STADIO DI PROPRIETA’ – “Sappiamo anche noi che lo stadio di proprietà della Lazio andrà fatto, ma non si può costruire tutto sul libro dei sogni. Dobbiamo essere cauti e basarci su cose serie e concrete. In questo momento dove la giunta comunale ancora non è pienamente insediata e dove ancora non sappiamo neanche se si procederà con la candidatura Olimpica, se parlassimo di Stadio creeremmo soltanto un’illusione nei tifosi. Io voglio essere molto concreto e non sono in grado di esprimermi sulla fattibilità di uno stadio, il Flaminio è un idea molto romantica ma sappiamo i problemi che ci sono. La battaglia per lo stadio è sacrosanta, a prescindere dai tempi e dal luogo ma per portarla avanti i tifosi hanno bisogno di essere uniti, divisi si disperde l’enorme potenziale e forza che abbiamo e di cui spesso abbiamo perso la consapevolezza”.