Scoppiarono il 6 settembre 1791 i moti di Fano, la rivolta portata avanti da gente del popolo a causa dell’aumento del prezzo della farina e del calo del peso del pane. Già in precedenza il territorio fu teatro di diversi tumulti e quel 6 settembre furono una donna, due calzolai, un canestraio, un sarto e un pescivendolo a guidare la ribellione: furono proprio le donne a saccheggiare un deposito di grano di proprietà di due uomini ritenuti responsabili dell’aumento dei prezzi, mentre i rivoltosi conquistarono il baluardo e puntarono i cannoni contro la città.
A quel punto il vescovo Severoli cercò di trovare una soluzione e monsignor Frosini, chiamato a sostituire il governatore Bisleti, cercò di porre fine agli abusi attuati fino a quel momento. Alla fine, il 7 settembre, monsignor Severoli riuscì a placare la rivolta, ma questa si estese alle città più vicine.