Secondo una recente sentenza, i prelievi non autorizzati sul conto corrente devono essere risarciti.
I tentativi di phishing aumentano di giorno in giorno e non è raro che un virus riesca a rubare i dati personali della vittima e a prelevare in maniera indebita dal suo conto online. Chi è stato derubato in questo modo, però, non deve disperare, in quanto una recente sentenza ha stabilito che è la banca che deve restituire i soldi persi, visto che proprio l’istituto di credito ha l’obbligo di evitare qualsiasi tipo di frode telematica.
Si tratta, tra l’altro, della stessa linea di pensiero dell’Arbitro Bancario Finanziario, l’organismo a cui si rivolge il consumatore quando ha dei problemi con le banche. Come riferito dal portale Laleggepertutti.it, il Giudice di Pace di Campobasso ha esaminato il caso di un correntista che aveva stipulato con l’istituto un contratto per utilizzare l’internet banking, salvo poi accorgersi di un bonifico non autorizzato di quasi 4 mila euro.
La banca si era rifiutata di restituire il denaro, ma la sentenza ha stabilito che deve rispondere dei fondi sottratti dal conto online se non riesce a dimostrare di aver adottato tutte le misure di sicurezza necessarie. In particolare, il cliente deve avere a disposizione il servizio di sms che lo avverte di ogni operazione.
Come funziona questa procedura di rimborso? Prima della banca bisogna rivolgersi alla Polizia Postale con un’apposita denuncia. La copia di quest’ultima andrà allegata alla domanda rivolta all’istituto, insieme alla richiesta cartacea in cui si chiedono i soldi. La banca è tenuta ad aprire un’istruttoria e al termine di questa deve rispondere. In caso di risposta negativa o di nessuna risposta, ci si può affidare all’Arbitro Bancario Finanziario.