Carla Romana Raineri è arrivata in Campidoglio tra le polemiche a causa del suo compenso (i famosi 193mila euro) e se n’è andata tra le polemiche. In un’intervista rilasciata al Corriere delle Sera, l’ex Capo di Gabinetto ha voluto dire la sua verità, quella sulla gestione del Comune, sul suo incarico e sul parere dell’Anac:
“Non vi erano le condizioni per svolgere il ruolo per il quale ero stata autorizzata dal Csm. Raggi aveva concepito una segreteria particolare che era in realtà il “vero Gabinetto” del sindaco, a capo della quale ha posto Salvatore Romeo che era in realtà il “vero capo di Gabinetto”. Ed ha conferito a questo soggetto, ex funzionario di VII livello, una specifica delega alle partecipate, attribuendogli di fatto il ruolo di “assessore ombra” di Minenna (il vero assessore al Bilancio, poi dimessosi con Raineri, ndr). E Raffaele Marra aveva la qualifica di vice capo di Gabinetto ma in quei 45 giorni non ho avuto mai il piacere di condividere con lui alcuna decisione: riferiva direttamente alla sindaco”.
SUL PARERE ANAC – “Raggi ritiene dopo 40 giorni dalla mia nomina di investire Cantone senza comunicarmelo, ponendo un finto quesito che suggeriva già una risposta. Mi convoca con urgenza alle 23 del 31 agosto alla presenza degli inseparabili Romeo e Marra. E’ del tutto evidente che è stata deliberatamente ordita una trama per minare la mia legittimazione. Ho quindi rassegnato dimissioni irrevocabili dopo il surreale colloquio con Raggi alle 11 di sera del 31 agosto. Devo dire che il presidente dell’Anac ha agito con sorprendente rapidità: ha ricevuto la richiesta il 30 agosto, riunito il consiglio il 31 agosto, redatto e trasmesso il parere alla sindaco alle 16.53 dello stesso giorno. Il parere risulta trasmesso dall’Anac al sindaco in via “riservata”, ma Raggi lo pubblica prontamente sulla sua pagina web”.
SUL CASO MURARO – “Nessuno mi ha mai mostrato quel 335. Ricordo invece bene che, presenti Raggi-Muraro-Minenna-Frongia e altre persone, a fronte dell’assessore Muraro che insisteva per portare al pm i suoi documenti e per sollecitare l’archiviazione, io dissi: a Milano non si usa farlo, e trovo inopportuno interferire con il lavoro del pm”.