Chiude nel segno del Verdi più inquieto e scavato la stagione 2015-2016 del Teatro dell’Opera: domenica 16 alle 20 va in scena la prima di Un ballo in maschera, in coproduzione col Teatro dell’Opera di Malmö, con Jesús López-Cobos sul podio e la regia di Leo Muscato (vincitore degli ultimi International Opera Awards come miglior regista).
Per il lavoro verdiano – che per coerenza e potenza drammatica alcuni ritengono il capolavoro del “cigno di Busseto” – è un ritorno alle origini. La vicenda è nota: la versione originale – tratta da Gustavo III, dramma di Eugène Scribe imperniato sull’episodio storico dell’attentato e della morte del re di Svezia al volgere del XVIII secolo – incorse nella suscettibilità della censura: l’uccisione d’un re fu ritenuta oltraggiosa e impresentabile a teatro, per cui Verdi e il suo librettista Antonio Somma decisero alla fine (siamo nel 1858), dopo un tormentato andirivieni di dramma e partitura tra autori e cancelleria borbonica, di tagliar corto e spostare l’azione dalla Svezia del ‘700 a un territorio non europeo – la Boston del ‘600, colonia inglese – e di declassare il sovrano prima a duca e poi a conte. Indispettito con Napoli, Verdi passò l’opera al Teatro Apollo di Roma. Altri veti censorii, altre variazioni (lievi, stavolta) e l’opera andò finalmente in scena nel febbraio del 1859.
Venuto alla luce a Roma, il Ballo verdiano torna a Roma e ridiventa svedese, riprendendo i nomi originali dei personaggi a cominciare dal protagonista, che è Gustavo III e non il conte Riccardo. “La versione svedese”, afferma il regista Leo Muscato, “mostra una maggiore forza drammaturgica raccontando l’omicidio di un re”. Tesi tutt’altro che peregrina, se è vero che ilBallo incarna al meglio uno dei temi verdiani fondamentali: quello della responsabilità che s’accompagna al potere, producendo tragiche rinunce. Qui il protagonista abdica all’amore per responsabilità di rango e governo: se a farlo è un re, e non un mandatario per quanto importante, è tutt’altra storia.
Gli interpreti principali: Francesco Meli / Angelo Villari sono Gustavo III, Hui Hue e Julianna di Giacomo si alternano nel ruolo di Amelia, Simone Piazzola e Juan Jesús Rodríguez in quello del capitano Anckarström (Renato). Maestro del coro Roberto Gabbiani, scene di Federica Parolini, costumi di Silvia Aymonino, luci di Alessandro Verazzi.
Le repliche: martedì 18 ottobre (ore 20), giovedì 20 (ore 20), sabato 22 (ore 18), domenica 23 (ore 16.30), martedì 25 (ore 20), giovedì 27 (ore 20) e domenica 30 (ore 16.30).