L’esistenza di una forza segreta in Italia, parallela alla forze armate, era oggetto di discussione già a metà degli anni Ottanta, ed effettivamente non era sbagliata dato che in Italia, a partire dal 1956, fu costituita la Gladio, l’organizzazione paramilitare voluta dalla NATO nell’ambito dell’Operazione Gladio, volta a contrastare possibili attacchi dell’URSS e degli Stati aderenti al Patto di Varsavia negli anni della guerra fredda.
Dapprima si negò, poi Giulio Andreotti, all’epoca presidente del Consiglio, rivelò l’esistenza dell’organizzazione alla Camera dei Deputati (già nei mesi precedenti ne parlò davanti alla Commissione stragi, proprio pochi giorni dopo aveva consentito al magistrato Felice Casson di accedere agli archivi del SISMI per indagare sulla strage di Peteano e lui scoprì le dichiarazioni di un pentito proprio sulla Gladio), definendola una struttura formata per ottenere informazioni e salvaguardare. Il caso scoppiò e in seguito Francesco Cossiga affermò che “i fondatori di Gladio erano Moro, Taviani, Di Martino con il supporto tecnologico di Enrico Mattei”.