Leon Czolgosz è l’anarchico statunitense ricordato per aver assassinato William McKinley, il presidente degli Stati Uniti d’America eletto per due volte tra le fila repubblicane.
Nato nel Michigan, ad Alpena, il 5 maggio 1873 da genitori polacchi, si avvicinò all’anarchia negli ultimi anni dell’Ottocento, ma le sue idee, furono malviste nello stesso ambiente anarchico, che cercò di isolarlo.
Trasferitosi con la famiglia, iniziò a lavorare quando aveva 16 anni, ma quando lo perse cominciò a frequentare ambienti di immigrati e socialisti con i quali condivise le preoccupazioni circa le ingiustizie attuate nei confronti degli operai.
Si trasferì nella fattoria del padre, ma i rapporti con la matrigna (la madre morì quando lui era ancora un bambino) non decollarono mai e il suo mancato aiuto in casa portarono a frequenti disaccordi e lui dedicò il suo tempo alla lettura di testi anarchici e rimase particolarmente colpito da Emma Goldman.
Convinto dell’ingiustizia che governava il mondo, dove i poveri erano condannati allo sfruttamento per far sì che i ricchi diventassero sempre più potenti, prese come esempio Gaetano Bresci, l’assassino di re Umberto I d’Italia e il 6 settembre 1901 sparò due volte all’addome del presidente William Mc Kingley, che morì il 14 settembre successivo.
Fu immediatamente assalito e fermato dalla polizia. In seguito iniziò il processo e lui fu accusato di omicidio di primo grado. Il processo puntò su un quesito fondamentale: premessa la sua colpevolezza, l’atto fu compiuto da una persona sana di mente? In molti si convinsero della sua pazzia dato che si rifiutò di parlare in aula e con i suoi avvocati e uccise il presidente in mezzo alla folla, sapendo benissimo che sarebbe stato preso. Il 24 settembre fu condannato, il 26 si decise avrebbe scontato la pena di morte.
Il 29 ottobre 1901 fu sottoposto alla sedia elettrica e anche in quell’occasione non mostrò alcun rimpianto. Morì fulminato da tre scosse.