Lo spettacolo è stato apprezzato dal pubblico romano nella serata di ieri, sabato 12 novembre 2016.
Suicidarsi! Ma si passa la vita a farlo! Potrebbe forse essere questa frase dello scrittore belga Louis Scutenaire a introdurre uno spettacolo sul suicidio come quello visto ieri, sabato 12 novembre 2016, al Centro Culturale Artemia di via Amilcare Cucchini (zona Portuense).
Si tratta del “Festival del Suicidio”, un lavoro di Matteo Lolli e Alessandro Lori, interpretato dallo stesso Lori e da Camilla Corsi con la regia di Lolli. Sono davvero tanti gli aggettivi per descriverlo: sicuramente provocatorio e volutamente scorretto, ma anche piacevolmente folle e innovativo.
Il tema del suicidio non può che essere scomodo e in questo caso si è deciso di puntare su un improbabile Festival con presentatore necrofilo e volgare e una valletta stridula e sciancata. I concorrenti erano sei poeti del passato che sono morti suicidi: di volta in volta sono stati chiamati sul palco per una intervista delirante, la recita dei loro versi e una canzone pensata su misura per loro prima del gesto estremo.
Si è così passati da Vladimir Majakovskij alle prese con “Come le viole”, una stralunata Alfonsina Storni, uno strafatto e rockettaro Vittorio Reta con “Johnny Be Goode”, una insopportabile Marina Cvetaeva, Heinrich Von Kleist con l’aria “Il Parigino” (dall’operetta “La vedova allegra” di Franz Lehar) e Anne Sexton con Leonard Bernstein.
Camilla Corsi e Alessandro Lolli si sono alternati nel rappresentare tutti i personaggi in scena, a dimostrazione della loro versatilità e improvvisazione. La sfilata era a dir poco stravagante e paradossale, senza mai sfiorare il cattivo gusto, un’impresa non semplice quando si ha a che fare con un argomento tanto delicato.
L’idea di fondo di questo Festival è quella di neutralizzare la poesia visto che il pubblico attende quasi con trepidazione il momento del suicidio, una spettacolarizzazione che fa riflettere sulla visibilità di cui è alla ricerca la società moderna. Il pubblico del Centro Artemia ha mostrato di gradire questa scelta, apprezzando, tra le altre cose, la “faccia da schiaffi” di Lori e l’incredibile voce di Camilla Corsi.