La Casina delle Civette, dopo palazzetto Zuccari, è tra gli edifici più stravaganti della Capitale. Situato lungo la via Nomentana all’interno della tenuta di villa Torlonia, la Casina delle Civette fu ideata nel 1840 da Giuseppe Jappelli secondo il volere del principe Alessandro Torlonia.
La sua architettura, di difficile interpretazione, è un miscuglio di stili che vanno dal gotico al liberty, pluralità che è da attribuirsi ai numerosi interventi di rivisitazione cui è stata sottoposta nel corso del tempo.
Di fatto, lo stile rustico iniziale è stato perso nel corso tempo e ben poco è rimasto della ‘cascina’ di montagna iniziale. L’unico indizi della versione originale della struttura è riconducibile alla sua forma a doppia L e dall’utilizzo di alcuni materiali a vista per la copertura di quei solai che rimandano ai tetti caratteristici delle case di montagna.
Il primo che fece mettere mano alla villa e ne stravolse il concepimento iniziale fu Giovanni Torlonia Jr, nipote di Alessandro, nel 1908. Fu lui infatti a trasformare il rustico, facendo aggiungere i grandi finestroni, le logge, i porticati e le piccole torri decorate con maioliche e vetrate colorate. L’appellativo con cui ci si riferisce alla villa è però Villaggio Medioevale.
Ma prima che il nome di Casina delle Civette diventi di uso comune bisognerà aspettare il 1914, quando la realizzazione di due vetrate raffiguranti due civette stilizzate dà il via di fatto al cambio di denominazione.

Il principe Giovanni scelse la civetta per il suo significato esoterico in quanto appassionato della simbologia esoterica. Per ottenere l’effetto del piumaggio delle civette, fu utilizzata la tecnica della graffitura a fuoco. Le vetrate, unite fra loro con dei piombi sfusi e quindi privi di stagnatura furono realizzate da Duilio Cambellotti nel 1914, anno in cui abbiamo già detto la capanna Svizzera iniziò a mutare nome in quello attuale. Naturalmente le civette sulle vetrate in questione non sono le uniche ad adornare la casa, essendo il tema molto ricorsivo in più punti della dimora sia all’interno che all’esterno
Oggi la Casina delle Civette è stata trasformata in un Museo. Il Comune di Roma l’acquisì nel 1978. A partire dal 1944 e per tre anni le forze anglo-americane la occuparono contribuendo alla sua distruzione. L’opera di restauro fu avviata solo nel 1992. In tutto ci vollero 5 anni.