La bomba è scoppiata e ha colpito in pieno la sindaca Raggi. L’arresto di Raffaele Marra, definito fin da subito come un suo fedelissimo, non ha fatto altro che ampliare la frattura già nota con il M5S. Sì, perché l’accusa di corruzione e le manette messe all’ormai ex capo del personale del Campidoglio sono arrivate dopo mesi di perplessità manifestate da Beppe Grillo e altri parlamentari alla prima cittadina di Roma, che ieri ha fatto mea culpa in conferenza stampa, ma ha ribadito che il lavoro proseguirà.
Bastano le scuse per andare avanti? Evidentemente no e Roberta Lombardi, Carla Ruocco, Roberto Fico, Paola Taverna e Giuseppe Brescia hanno manifestato tutto il loro disappunto. La prima, in particolare, non ha mai risparmiato attacchi alla sua stessa sindaca e proprio lei, che aveva definito Marra “un virus che sta infettando il MoVimento” – come reso noto da L’Espresso – lo scorso 22 novembre ha presentato una denuncia-querela per chiedere chiarimenti circa la acquistata dalla moglie di Marra dalla Fondazione Enasarco (quella per cui si è arrivati all’accusa di corruzione), i rapporti con il costruttore Fabrizio Amore, possibili altri illeciti. Chiesti chiarimenti anche sulla legittimità della nomina al Comune. Un vero e proprio attacco frontale che non fa che minare gli equilibri interni, che ormai sembrano quasi nulli, tra chi da mesi ha storto il naso di fronte alle decisioni della Raggi e chi l’ha protetta, come Di Maio, anche lui al centro delle polemiche dato che Brescia. Oltre a lei, che ieri sera dopo aver raggiunto Grillo nell’albergo in cui alloggia ha detto , anche gli altri sopracitati hanno manifestato il proprio disappunto e hanno detto chiaramente che il fatto “è gravissimo” e che “le scuse non bastano“. I vertici del M5S prendono le distanze dal Campidoglio, e tra le opzioni vagliate non si esclude nulla, dal possibili ritiro del simbolo, alla richiesta delle dimissioni della sindaca, fino a un intervento per indirizzare le decisioni della giunta. La paura è palese: si teme che le indagini possano andare oltre e intaccare i vertici dell’amministrazione Capitolina, gettando così fango sull’immagine dei 5 Stelle. Ma anche perdere Roma sarebbe un fallimento.
Non solo attacchi frontali, c’è anche chi suggerisce alla sindaca di non ascoltare le correnti per il M5S non la difenderà. Si tratta di Rosa Capuozzo, sindaco di Quarto, ex pentastellata (è stata espulsa), che ai microfoni di Adnkronos ha detto che nel m5S esistono correnti differenti e che “ognuna di queste ha portato le sue persone”. Il consiglio è uno: “Resettare tutto e di ricominciare senza ascoltare le correnti, perché lei è il sindaco di Roma ed è lei che ne risponde“.
Nel frattempo Virginia Raggi, che non ha preso parte alla seduta in Aula Giulio Cesare, dove le opposizioni hanno protestato e hanno spinto De Vito a sospendere l’incontro, nella notte ha tenuto un vertice con la sua maggioranza, i consiglieri e i presidenti di Municipio pentastellati, per un appello: proseguire a prescindere dalla decisione che prenderà il vertice. Chiaro che a breve ci sarà la resa dei conti e si capirà quale sarà il futuro di Roma, una città che ha bisogno di ripartire al più presto, anzi, immediatamente. Ma davvero quanto accaduto, dalle dimissioni della Muraro alla questione Marra, era inevitabile? La risposta è no. Bisognava intervenire tempestivamente e ora bisogna fare i conti con una bufera che era prevedibile.