I conti delle partecipate di Roma Capitale rappresentano un vero e proprio buco nero per l’amministrazione e oggi la sindaca Raggi, l’assessore al Bilancio Mazzillo e quello alle Partecipate Colomban, hanno reso noti i dati nella conferenza stampa “Società partecipate di Roma Capitale. Da pesante eredità del passato a risorsa per il futuro”.
40 aziende partecipate, 47mila dipendenti tra quelli del Comune e quelli delle società, un deficit che vale 823 milioni di euro l’anno e una serie di sprechi incredibile che ha portato a perdite economiche per circa 440 milioni di euro negli ultimi tre anni.
“Questi sono alcune dei numeri terrificanti che abbiamo trovato analizzando i dati delle “municipalizzate” del Campidoglio – ha detto la sindaca -. Abbiamo trovato tanta polvere nascosta sotto al tappeto. Ma la spazzeremo via con una “operazione verità” per restituire alla città aziende più efficienti e sane dal punto di vista economico.
Si tratta di un processo lungo – non vogliamo illudere nessuno né creare false aspettative – ma, siate certi, lo porteremo avanti con costanza e senza alcun indugio”.
AMA – “Ama deve tornare ad essere completamente al servizio dei cittadini e superare le difficoltà che hanno impedito ai suoi dipendenti di svolgere efficientemente il proprio lavoro, e ai cittadini di fruire di prestazioni degne di una capitale europea.
Nel nostro progetto l’azienda deve garantire una raccolta differenziata puntuale, assicurare un servizio che rispecchi le esigenze specifiche e differenti di ogni territorio, introdurre meccanismi premiali nei confronti degli utenti virtuosi attraverso la modulazione della tariffa”.
COLOMBAN SU ATAC – Il vero problema è rappresentato da Atac. A dirlo è stato l’assessore Colomban, che nel corso della conferenza ha definito l’azienda del trasporto pubblico romano “la vera malata della società partecipate” visto che “il 30% andrebbe rottamato e un altro 20% si rompe costantemente”. Per arrivare a un risanamento sarebbe necessario un investimento di “400 milioni per adeguare il parco mezzi, per questo è illusorio pretendere che in 6 mesi riuscissimo a dare un servizio come quello di Milano, non avendo né mezzi né risorse per farlo”.