Daniele De Rossi è abituato a giocare i derby e come ha detto lui stesso ora riesce a controllarsi di più grazie all’esperienza acquisita:
“Se a 33 anni affrontassi i derby come li affrontavo a 20 sarei già morto. Poi ovviamente quando si arriva allo stadio c’è sempre il brivido e poi questo derby era particolare perché eravamo da soli, a parte qualche tifoso. Sembrava una sfida in trasferta ma ormai le emozioni le stempero abbastanza bene. Ora non dobbiamo esaltarci, non abbiamo vinto niente”.
LA LAZIO – “La Lazio è forte. Loro hanno fatto un errore che gli è costato caro. La gara era equilibrata, ma alla fine questi derby sono condizionati spesso da una non bellezza del gioco. Noi abbiamo una squadra per fare un campionato di vetta, il futuro ci dirà se siamo una squadra capace di raggiungere quella che è la squadra più forte d’Italia”.
LULIC – “Queste frasi ogni tanto si dicono, ogni tanto parte il colpo quando si parla di derby. Le guerre spettano ad altri popoli, non ai romani. Viviamo gomito a gomito, condividiamo tutto, strade, bar, le scuole dei nostri figli, famiglie, amicizie. Io ho tanti amici laziali nella mia vita: sono ragazzi che non vedo con un occhio diverso solo per una questione di fede; c’è tutto l’odio sportivo del mondo, magari il gusto stasera di prendere in giro, ma la guerra non esiste, è un’altra cosa. Non esiste nemmeno per chi dice certe cose: magari Lulic dopo cinquanta metri si sarà anche pentito; sono colpi che possono partire sia in campo che fuori, è capitato anche a me in passato. E’ un peccato, ma non è la fine del mond