C’è chi la chiama guerra tra poveri, ma l’immagine di San Basilio, che di certo non viene dipinto come il quartiere bene di Roma, viene nuovamente macchiata a causa della vicenda che ha visto diverse persone impedire a una famiglia marocchina di entrare nella casa popolare (che nel frattempo + già stata occupata abusivamente e non dal signor Adriano, il precedente inquilino) che le era stata legalmente assegnata.
Una pagina di razzismo che ha catalizzato l’attenzione di tutti media, locali e non, soprattutto perché la rivolta andata in scena ha visto la famiglia ricoperta di insulti e la polizia costretta a intervenire. Il giro di affari delle occupazioni abusive è noto in quella zona, proprio come lo sono altri problemi legati all’assenza di legalità, dalla criminalità organizzata allo spaccio, ma i residenti si rifiutano di passare per razzisti e attaccano le istituzioni, ree di mettersi in moto solo per gli stranieri e mai per chi, ad esempio, aspetta da anni l’assegnazione di una casa.
Vittime di questa situazione i cinque componenti della famiglia che ha deciso di rinunciare all’alloggio e giustamente, va sottolineato. Se in buongiorno si vede dal mattino, infatti, è facile immaginare che la loro permanenza sarebbe stata tutt’altro che facile. Proprio loro ieri hanno incontrato Virginia Raggi in Campidoglio e proprio la prima cittadina al termine ha scritto in merito all’accaduto:
“L’abbiamo sempre detto: nessuno deve rimanere indietro. E così è. L’accoglienza ed il senso di comunità sono valori condivisi da tutti i romani. La città abbraccia con affetto Mourad, Fatia e i loro bambini”.
CONSEGUENZE- “Un episodio di intolleranza da parte di una minoranza che con gesti inqualificabili ha offeso tutto il quartiere di San Basilio e la città. Ho detto loro che Roma non intende indietreggiare di fronte all’odio e alla non inclusione. Sarà assegnata loro una nuova casa”.
RIQUALIFICAZIONE – “Rispetto della legalità, integrazione e riqualificazione delle periferie sono l’antidoto contro il degenerare dell’intolleranza e del non rispetto: una lotta nella quale sono sempre gli ultimi a rimetterci”.
L’insofferenza nella periferia romana è palese ed è necessario che l’amministrazione comunale prenda una posizione decisa in merito al suo rilancio. Roma non può più aspettare.