Wojciech Szczesny è pronto a giocare il suo derby della Capitale. Finora ha fatto bottino pieno: due vittorie su due e poco cambia che la Lazio ora sia diversa rispetto a quella dello scorso anno perché lui è certo della superiorità dei giallorossi:
“Mi aspetto lo stesso risultato. Detto questo, l’anno scorso è stato bellissimo, me li sono goduti entrambi, si provano emozioni speciali. Ma la cosa più importante sono i tre punti e sono concentrato su questo. So che la gente ci tiene in maniera particolare. In questo senso, avendo provato Arsenal-Tottenham, posso dire che tutti i derby sono uguali. Sono gare con livelli molto alti di attesa e di adrenalina”.
PROTESTA TIFOSI – “I tifosi sono appassionati e presenti, mi piacciono. Sono diversi, ovviamente, da quelli a cui ero abituato a Londra, dove magari c’è più privacy. Ma sono carini ed educati, quando si avvicinano per una foto. Mi diverto con loro. La cosa più importante è che a Roma non giochi solo per te stesso o per una squadra. Giochi anche per far felice la gente. Protesta? Non è il massimo per un calciatore. Quando ero all’Arsenal vedevo le immagini del derby romano in tv e mi sembrava fantastico con lo stadio pieno che ribolliva. Mi sarebbe piaciuto giocarli così, con i tifosi che riempiono lo stadio”.
LA LAZIO – “La Lazio sta facendo un grande campionato e la Roma ha perso qualche occasione. La differenza è di un solo punto, ma dovevano essere di più. Se mi chiedete chi è più forte non ho dubbi e dico noi: ma dobbiamo dimostrarlo sul campo. Spero che domenica sera i punti di differenza siano quattro. Non sono uno che teme i calciatori. Li studio, questo sì. O meglio, mi interessa capire come attacca la squadra avversaria nel suo complesso. Ho visto che Immobile, Keita e Felipe Anderson stanno andando forte”.
SCUDETTO – “Sono tornato alla Roma perché voglio vincere. Mancano ancora tante partite, tutto è possibile. Ma per il momento è meglio pensare al derby. Se lo vinciamo, saremo un passo più vicini all’obiettivo finale. Bisogna fare un passo alla volta, bisogna provare a prendere tre punti in ogni partita. Non voglio pensare troppo lontano, mancano sei mesi alla fine del campionato. Tutti abbiamo questo grande obiettivo. Ma ora conta solo domenica”.
SPALLETTI-WENGER – “Sono due allenatori diversi che lavorano in contesti diversi e utilizzano tattiche diverse. In comune, però, hanno i senso della disciplina, che per entrambi è fondamentale e l’idea che non tanti tecnici hanno. Spalletti mi ha insegnato a giocare con i piedi. Mi ha fatto capire che non conta la tecnica di base, ma la capacità di scegliere la giocata giusta. Ovviamente ho imparato molto anche all’Arsenal, sono arrivato lì giovanissimo”.