Felix Manz nacque a Zurigo nel 1498 e proprio nella sua città natale fondò il gruppo dei Fratelli svizzeri favorevoli al battesimo solo da adulti, ma questo lo divise da Zwingli, un teologo e fondatore delle Chiese riformate svizzere, di cui fu seguace sin da giovane. Manz, infatti, non accettava la pratica del battesimo ai bambini, ma quando si tenne il dibattito sulla questione l’assemblea si schierò con Zwingli e decise che chiunque non avesse rispettato tale decisione sarebbe stato esiliato.
Manz si vide respingere anche la proposta riguardante l’abolizione della pena di morte e il divieto di uso di armi e fu arrestato insieme ad altre 21 persone. Non servì neanche la fuga perché anche a Grüningen fu arrestato e solo dopo tre mesi, il 7 ottobre, fu liberato, ma per poco visto che a fine mese finì nuovamente dietro le sbarre e quando a novembre il Consiglio si riunì arrivò la condanna per lui, Grebel e Blaurock.
Anche nel 1526 si susseguirono diversi arresti, l’ultimo mentre battezzavano adulti. Gli fu fatale perché in quell’occasione non furono solo imprigionati, ma condannati a morte per annegamento. L’esecuzione avvenne il 5 gennaio 1527.