In manette è finito un 34 enne tunisino che risiedeva a Malafede ed era in carcere da tempo.
Ci sono maggiori dettagli in merito all’arresto della Digos di questa mattina, martedì 10 gennaio 2017, dopo alcune perquisizioni nel Lazio nell’ambito di un’operazione antiterrorismo. In manette è finito un 34 enne tunisino che si trovava già nel carcere di Rebibbia per un altro reato.
Si è scoperto che l’uomo partecipava all’organizzazione terroristica di stampo islamista Ansa al-Sharia, affiliata all’Isis. Due anni fa l’uomo, residente in zona Malafede, era stato fermato per un controllo mentre si trovava in auto. In quel caso furono trovati uno spray antiaggressione, un passamontagna e un paio di guanti.
Alla richiesta di spiegazioni il 34 enne aveva puntato la pistola contro i poliziotti, riuscendo a fuggire. Si è poi scoperto che l’uomo si era sposato con una italiana convertita all’Islam e da cui aveva avuto una bambina.
La sera successiva la Polizia era riuscita a rintracciarlo e fermarlo in zona San Basilio e condannato a una pena di 3 anni e 8 mesi di carcere. La radicalizzazione religiosa del 34 enne è iniziata nel carcere di Velletri, al punto da entrare in possesso di una bandiera del califfato dell’Isis e da guardare ore e ore di filmati sul web con l’intenzione di trasferirsi in Siria per combattere.
Nel 2015 è stato protagonista di una spedizione punitiva nel carcere di Civitavecchia, usando bastoni e sgabelli contro un detenuto che si era lamentato per le preghiere notturne del suo gruppo. Stessa situazione si è verificata nel carcere di Frosinone. Ha aggredito altri agenti di Polizia Penitenziaria e detenuti nel corso dei successivi trasferimenti.
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