Fa discutere l’aumento salariale concesso ai lavoratori AMA che però, a dispetto dell’accordo nazionale, non va di pari passo con l’aumento dell’orario lavorativo dalle attuali 36 ore alle 38. Dunque, i netturbini romani si ritroveranno soldi in più in busta paga e senza dover lavorare un solo minuti in più, ma è temporanea la situazione, almeno secondo quanto affermato dal vertice di AMA Antonella Giglio. Ma Giachetti, esponente del Partito Democratico, attacca immediatamente Virginia Raggi e le sue decisioni e si chiede quanto possa andare avanti una situazione come questa a Roma:
“Per chi credeva che l’elezione di Virginia Raggi si sarebbe abbattuta come uno tsunami sulla gestione di Atac e Ama, ci sono brutte notizie. Le condizioni in cui versa Roma sono sotto gli occhi di tutti, soprattutto nelle giornate di domenica e lunedì. La situazione di emergenza, ormai, è una costante. Quindi, la ricetta proposta dai 5stelle, è far lavorare gli operatori come prima, ma guadagnando di più. Bene, anzi, non proprio”.
AUMENTO SERVIZIO – “Capiamoci. Il problema non sono i lavoratori. Il problema non sta nel riconoscimento dei loro diritti. Come è del tutto evidente, i dipendenti di Ama devono lavorare di più perché la città necessita di un maggior servizio e di una maggior copertura, in termini di tempo e di interventi. E – come è logico che sia – se i dipendenti lavorano di più risulta assolutamente corretto riconoscergli un aumento salariale. Ma se la prima condizione non si verifica, appare quanto meno assurdo il verificarsi della seconda. Così come più volte sottolineato dall’ex Presidente Fortini, una delle criticità di Ama è rappresentata senza dubbio dalla cattiva organizzazione dei dipendenti, dalla pessima distribuzione dei turni e dalla poco oculata gestione delle risorse, umane ed economiche. Questo aspetto si riverbera in maniera direttamente proporzionale sulla qualità dei servizi: scadenti, sciatti e mediocri”.
L’ACCORDO – “Contro ogni logica si disattende un faticoso accordo raggiunto a livello nazionale, esponendo Roma Capitale ad una pericolosa serie di conseguenze, sia sul piano giuridico che sul piano sociale. Da un punto di vista giuridico, si potrebbe configurare un grave danno erariale. Altro elemento non secondario è rappresentato dal fatto che, come al solito, questa sconsiderata decisione si riverserà totalmente sui cittadini, i quali vedranno aumentate le tariffe Tari a fronte di un servizio uguale a prima, ossia pessimo. Da un punto di vista generale invece, si corre il rischio di creare, anche nelle altre grandi città, un effetto a catena”.
RAGGI – “Mi chiedo dunque fino a quando i cittadini e le cittadine romane saranno costrette a pagare le cambiali elettorali contratte dalla Raggi. Quante altre corporazioni dovranno accontentare i 5stelle prima di iniziare ad amministrare Roma? Quando Virginia Raggi inizierà a rendersi conto della responsabilità e del ruolo che comporta essere il sindaco di Roma?”.