Tra il 1796 e il 1797 Napoleone Bonaparte portò avanti la campagna d’Italia con la quale riuscì a mettere in evidenza tutte le sue capacità da stratega e con la quale diede inizio all’influenza francese su suolo italiano. La Francia rivoluzionaria guidata dal generale combatté contro il Regno di Sardegna e lo Stato Pontificio, entrambi costretti a soccombere di fronte alla forza del nemico.
Il 23 giugno 1796 Pio VI e Napoleone firmarono l’armistizio di Bologna con cui la Chiesa si impegnò a cedere Bologna, Ferrara, Forlì, Ravenna e la Marca di Ancona, 21 milioni di scudi e diverse opere d’arte. I termini stabiliti furono ripresi il 19 febbraio 1797 nel trattato di Tolentino e questo portò a un aggravamento delle nuove clausole visto che il Papa accetò di rinunciare ad Avignone, al Contado Venassino e a più di 100 opere d’arte. Senza contare che la somma da versare passò da 21 a 36 milioni.
