Si chiamava “Gazzetta piemontese” quando fu fondata il 9 febbraio 1867 da Vittorio Bersezio e il suo motto era “Frangar non flectar” (Mi spezzerò ma non mi piegherò), oggi è conosciuta come “La Stampa”. Due edizioni giornaliere al prezzo di 5 centesimi e una tiratura di circa 7mila copie. Nel 1880 cambiò proprietario e questo cambiò nuovamente nel 1894 quando Alfredo Frassati acquistò la testata. Fu con lui che per la prima volta il 1° gennaio 1895 il giornale fu rilanciato con il nuovo nome “La Stampa”, mentre “Gazzetta piemontese” divenne il sottotitolo.
La tiratura aumentò e il Novecento si aprì con l’appoggio politico a Giolitti e la cancellazione del sottotitolo “Gazzetta piemontese”. Con l’ascesa del fascismo La Stampa decise di schierarsi contro il Duce, soprattutto dopo l’assassinio di Giacomo Matteotti, e per queste ragioni fu sospesa l’uscita nel settembre del 1925. Fu necessario un cambio di proprietà e al comando arrivò la FIAT. Ci fu una nuova sospensione e poi il ritorno degli Agnelli a guerra ormai cessata e Giulio De Benedetti si impose come figura di rilievo all’interno della testata di cui era direttore. Il giornale crebbe di nuovo, nel ’75 superò le 500mila copie e divenne secondo solo al Corriere della Sera, pur essendo conosciuta sia in Italia che all’estero. Con Fattori direttore la diffusione aumentò ancora e i conti tornarono in regola, ma il periodo di crescita cominciò a diminuire e La Repubblica riuscì nel sorpasso.
Con Mieli iniziò un ricambio generazionale, mentre con i suoi successori si passò al web e si introdussero nuovi inserti. Oggi è il quarto giornale a livello nazionale per diffusione.