Nato a Como il 18 febbraio 1745 da don Filippo e donna Maddalena dei conti Inzaghi, studiò retorica e filosofia nella scuola dei gesuiti e poi nel Regio Seminario Benzi di Como e lì iniziò a seguire le materie scientifiche, mandando in fumo i programmi della famiglia che lo voleva impegnato negli studi giuridici o nel sacerdozio.
Nel 1769 fu pubblicata la sua prima memoria scientifica e 10 anni dopo ottenne la cattedra di fisica sperimentale presso l’Università di Pavia, della quale divenne rettore dopo sei anni, nel 1785. E lui all’epoca era già noto visto che aveva inventato l’elettroforo perpetuo, scoperto il metano e inventato il condensatore di elettricità.
Furono proprio lo studio del cosiddetto “gas delle paludi” e dell’eudiometro impiegato per apprendere più informazioni sui gas che fecero aumentare la sua notorietà. Negli anni, poi, si concentrò anche sulla tensione elettrica e sulla capacità elettrica e condusse degli esperimenti attraverso i quali interpretò e capì la causa di alcuni fenomeni elettrici che lo portarono anche a sostenere una disputa con Galvani e i suoi seguaci. Il 20 marzo 1800 annunciò al mondo scientifico la scoperta della pila e anche Napoleone riconobbe il suo genio e volle premiarlo con una medaglia d’oro e diverse onorificenze.
Era il 1819 quando scelse di ritirarsi a vita privata. Passò gli ultimi anni tra como e la casa a Camnago. Il 5 marzo 1927 morì proprio nella sua seconda abitazione. Aveva 82 anni.
VITA PRIVATA – Ebbe una relazione con Marianna Paris e alle nozze con la cantante si opposero i familiari di Alessandro Volta e lo stesso ministro plenipotenziario austriaco. In seguito, nel 1792, sposò Maria Teresa Peregrini e da lei ebbe tre figli; Zanino, Flaminio e Luigi Tobia.