Da oggi, in una nuova veste, apre al pubblico il Museo di Roma a Palazzo Braschi, un progetto promosso da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali.
Non si tratta di un semplice restyling, peraltro più che evidente nel generale ripensamento degli spazi espositivi, ora dislocati al secondo e al terzo piano del settecentesco palazzo a piazza Navona.
Il nuovo Museo di Roma si presenta oggi in un’ottica profondamente cambiata rispetto al passato nella quale, al centro del narrazione è posto il visitatore anziché l’oggetto esposto. A cominciare dalla prima sala, un crocevia dei percorsi di visita che, organizzati secondo un criterio tematico e non più cronologico, consentono al pubblico di immedesimarsi nel racconto, trovando costantemente riferimenti all’attualità e suggestioni visive di immediata comprensione.
Il progetto vincitore del nuovo allestimento nasce dall’idea che Palazzo Braschi possa ”rispecchiare” e ”riflettere” (o ”far riflettere”) la storia di Roma tra il XVII e il XX secolo permettendo una lettura trasversale di fenomeni sociali e culturali avvenuti nella Capitale.
Il percorso di visita al museo:
Nel corso della visita il pubblico potrà scegliere secondo una criterio generale di tipo tematico tra un percorso ‘pubblico’ (al 2° piano nelle sale da 1 a 9; al 3° piano nelle sale da 16 a 19) ed uno più intimo e ‘privato’ (al 2° piano: sale 10 – 15; al 3° piano: sala 20) corrispondenti alla originaria destinazione d’uso degli appartamenti nobiliari abitati dalla famiglia Braschi nell’Ottocento.
Al secondo piano il racconto di Roma scorre attraverso le grandi manifestazioni che ne hanno caratterizzato la storia e restituito l’immagine nei secoli: vedute della città, feste e celebrazioni di piazza, giochi e divertimenti dei nobili e del popolo, le grandi trasformazioni delle ville storiche in parchi pubblici, l’epopea risorgimentale e la Repubblica Romana.
L’altro percorso intende rivelare i volti e le storie dei protagonisti nel tempo: papi e cardinali, assieme a nobili, ricchi mecenati e artisti che hanno reso immortale la città attraverso il proprio operato.
La rappresentazione di Roma prosegue al terzo piano con il racconto delle vicende che hanno trasformato per sempre il volto della città, a seguito delle demolizioni di fine XIX secolo e del Ventennio fascista.
Nelle prime due sale (16 e 17) sono esposti frammenti (lapidei, ceramici e di affreschi staccati) provenienti dalle zone di via dei Fori Imperiali – via Alessandrina e via del Mare e dalla demolizione della Spina dei Borghi in Vaticano, accompagnati da plastici tridimensionali delle aree di intervento e reperti di scavo.
La terza sala (18) ospita gli affreschi cinquecenteschi di Polidoro da Caravaggio e Maturino da Firenze, provenienti dal demolito Casino del Bufalo che fu sacrificato per l’apertura di via del Tritone.
Nell’ultima sala (19) protagonista è il Tevere, fonte di approvvigionamento e via di comunicazione per secoli, ma anche causa di continue inondazioni. Alla documentazione fotografica realizzata dai Fratelli D’Alessandri durante la costruzione dei muraglioni, sono affiancati quadri di artisti dell’800 e ‘900 (tra cui G. Aristide Sartorio e Antonio Donghi), a testimoniare il rapporto inscindibile e non sempre facile della città con il suo fiume.
Per far conoscere al visitatore anche le opere non visibili per limiti espositivi o consistenza dei materiali di realizzazione come alcune stampe o fotografie, sono stati allestiti quattro tavoli multimediali, in modalità touchscreen.
Luogo: Palazzo Braschi, ingresso da Piazza Navona 2, e da Piazza San Pantaleo 10
Orari: dalle ore 10 alle 19.