La Roma ha recuperato lo svantaggio iniziale e alla fine ha impedito alla Juve di festeggiare il sesto scudetto consecutivo tra le mura amiche dell’Olimpico. La festa è rimandata e il secondo posto è tornato nelle mani dei giallorossi, forti del punto in più rispetto al Napoli. Mister Spalletti nel post partita ha commentato la prestazione dei suoi giocatori:
“Sono stati bravi perché abbiamo dovuto cambiare qualcosa visto che nel primo tempo non siamo mai riusciti ad attaccare, non si costruiva bene da dietro l’inizio dell’azione, non siamo mai stati bravi a giocare la palla internamente e a lanciare gli attaccanti. Bisogna per forza poi prendersi qualche rischio di iniziare e nel secondo tempo l’hanno fatto di più. Perotti è stato messo nelle condizioni di non esprimersi al meglio”.
NAINGGOLAN – “Ci sono dei giocatori che hanno quest’animaletto dentro che si chiama tigna e che la Juve ha, ma che ad alcuni dei nostri manca. Lui non ce la faceva più, ma non voleva uscire e sono convinto che anche la prossima ci sarà. Per chi non ce l’ha quest’animaletto è un problema perché bisogna lavorare di più”.
ASSENZA DZEKO – “Tutti hanno fatto lo sforzo di preparare meglio le giocate perché Dzeko è bravo anche a prendere la palla sporca e questo oggi non abbiamo potuto farlo perché la prendevano sempre Bonucci e Benatia. Oggi è stata una vittoria difficile e un po’ fortunata e penso che il successo vero sia stato far vedere che persone sono i giocatori. Hanno perso partite dolorose, ma hanno fatto vedere chi sono”.
FINALE – “Rudiger riesce a portare sempre il voto per la prestazione, ma per quanto mi riguarda è più forte centrale. La squadra ha fatto il suo lo stesso. Dentro gli spogliatoi non si dicono cose che alzano polvere, ma che fanno rimanere lo sguardo verso l’obiettivo. Ieri in conferenza ho detto che questa Juventus è quella che più di tutte le altre ha programmato di essere al posto che occupa. Per noi è stato un vantaggio il fatto che siano occupati a preparare la finale di Champions League e quella di Coppa Italia”.
FUTURO – “Lo spiraglio? Son quindici giorni, tra quindici giorni si dice che lavoro bisogna fare”.
TOTTI – “Oggi l’ho messo tardi, mi è sembrato arrabbiato”.