11/05/2017 – Secondo una tradizione indiana, ogni volta che una donna subisce violenza, viene affissa sulla porta una bambola. Questa tradizione è giunta fino a noi e ha ispirato la creazione del “Wall of dolls” nato tre anni fa a Milano.
Nel 2013 stilisti e artisti sostenuti da Intervita, organizzazione non profit in prima linea nella lotta al fenomeno della violenza sulle donne, da Camera Nazionale della Moda Italiana, dal Comune di Milano, insieme a 50 brand di livello internazionale, rappresentativi del made in Italy, hanno sostenuto l’iniziativa di Jo Squillo che nel cuore di Milano (via De Amicis), ha ideato il “Muro delle Bambole“, un’installazione permanente contro il femminicidio e la violenza sulle donne. Il simbolo del muro è la bambola, emblema femminile per eccellenza, un gioco innocente che ci ricongiunge con l’infanzia.
Da lunedì quel muro è anche a Roma, in via degli Acquasparti, accanto al Teatro Tor di Nona, retro della sede dell’Ater, a pochi passi dalla Corte di Cassazione. L’iniziativa vuole attirare l’attenzione su un tema scottante e di grande attualità, la violenza sulle donne e il femminicidio, donne uccise per mano di un uomo con cui hanno o hanno avuto un rapporto affettivo o familiare.
Secondo le ultime indagini la media dei femminicidi che vengono commessi ogni anno in Italia è sempre più alta. La statistica è di una donna uccisa dal compagno, marito o ex ogni tre giorni. E spesso queste morti passano in silenzio. Nel 2016 le vittime secondo lo studio dell’Eures, l’Istituto di ricerche economiche e sociali che da anni dedica al fenomeno è di 110, mentre il Telefono Rosa parla addirittura di 120. Dal primo gennaio 2017 ad oggi il fenomeno non ha avuto una flessione, la situazione resta quindi allarmante.
La Regione Lazio, da sempre attenta a questo fenomeno e al suo incremento nel corso degli anni, da tempo finanzia progetti di prevenzione e contrasto alla violenza sulle donne. L’unico modo per limitare e porre fine al fenomeno è promuovere la cultura del rispetto e delle differenze tra uomo e donna. Accanto a questo è necessario costruire una rete di aiuti che contrasti la violenza di genere e assistere e tutelare le vittime nel momento in cui decidono di denunciare il loro aguzzino.
L’iniziativa del muro a Roma è partita dalla volontà di Michele Baldi, consigliere regionale del Lazio, che non a caso ha deciso di inaugurarlo l’8 maggio, data che in origine indicava la festa della mamma, festività che molte donne non possono più festeggiare.
All’inaugurazione era presente il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti. “Iniziativa bellissima perché conferma che tutti possono e tutti devono fare qualcosa contro il trauma della violenza che non va delegato e non va solo commentato in maniera ipocrita ogni volta che una donna è offesa dalla violenza di un uomo o dal branco – ha dichiarato il presidente della regione – quindi anche la mobilitazione civile che assume le forme più diverse oggi si arricchisce di una testimonianza che rimarrà permanentemente in questa città”.
Presenti anche Jo Squillo, ideatrice del “Wall of dolls” di Milano, la cantante Noemi, Lino Banfi da anni attivo nella lotta contro la violenza sulle donne, il fratello di Emanuela Orlandi e Valentina Pitzalis, vittima di violenza da parte dell’ex marito.
Valentina è sopravvissuta alle fiamme che l’ex marito ha appiccato dopo averle gettato addosso del kerosene. Il suo volto è sfregiato, ma lei ha trasformato la sua vita in una missione aiutare le donne a dire basta. “Questo muro in realtà è un’installazione artistica permanente che deve portare tutti a riflettere, deve essere quasi un pugno nello stomaco quando si passa davanti a questo muro perché tutte queste bambole rappresentano tutte le donne violate – racconta Valentina – tutte le donne maltrattate, tutte quelle che non ce l’hanno fatta noi siamo qui per loro. Ragazze non fate come me che ho sottovalutato i campanelli, ma imparate a riconoscerli, allarmatevi quando capite che c’è qualcosa che non va chiedete aiuto”.
Sul muro oltre alle bambole sono esposte le foto delle donne rimaste vittime di violenza nel 2016. A coronare il muro è stata posta un’opera originale sul tema del noto streetartist Mauro Pallotta, in arte Maupal. Contemporaneamente nel teatro ci sarà una mostra fotografica sul tema del noto fotografo Michele Simolo.
Francesca Baranello