Vincere la Supercoppa non basta a sedare la situazione che tiene banco da ormai troppo tempo dalle parti di Formello. Il caso Keita continua ad essere una spina nel fianco e a parlarne sulle colonne de “La Gazzetta dello Sport” è stato il presidente Lotito:
“Per prima cosa non è vero che al giocatore non è stato proposto il rinnovo. Con il suo agente Calenda ci siamo incontrati due volte nei miei uffici di Villa San Sebastiano. C’era anche il fratello di Keita, non so a quale titolo peraltro. Al giocatore abbiamo proposto lo stesso ingaggio di Klose (oltre 2 milioni, ndr), il calciatore più pagato sotto la mia gestione. La risposta è stata che il ragazzo voleva andar via dalla Lazio”.
I PROCURATORI – “C’è un problema di fondo che va oltre Keita e riguarda l’intero movimento, in Italia come in Europa – afferma riferendosi allo strapotere, anzi l’abuso di potere come lo definisce, dei procuratori -. Questi signori tra l’altro, non essendo tesserati, non sono neppure assoggettabili alla giustizia sportiva. C’è uno studio che valuta in 800 milioni le spese sostenute ogni anno in tutta Europa per le commissioni dei procuratori. Sono soldi che escono dal sistema e non vengono reinvestiti. In Italia ci sono società che mettono a bilancio 50-60 milioni l’anno per le commissioni. Sono soldi che perdiamo. Nell’ultimo accordo collettivo abbiamo inserito una norma, non coercitiva, che indica al 3% delle compravendite l’importo delle commissioni. Ma viene disattesa. Urge una profonda riforma”.
KEITA – “Per prima cosa non è vero che al giocatore non è stato proposto il rinnovo. Con il suo agente Calenda ci siamo incontrati due volte nei miei uffici di Villa San Sebastiano. C’era anche il fratello di Keita, non so a quale titolo peraltro. Al giocatore abbiamo proposto lo stesso ingaggio di Klose (oltre 2 milioni, ndr), il calciatore più pagato sotto la mia gestione. La risposta è stata che il ragazzo voleva andar via dalla Lazio”.
LA MANCATA CONVOCAZIONE – “Decisione di Inzaghi. Mi dicono che nello spogliatoio il calciatore abbia confessato di non sentirsela di giocare, poi nella rifinitura è parso sotto tono. Guarda caso si giocava contro la Juve… Futuro? Deciderà Inzaghi se utilizzarlo o meno. In quanto al parametro zero pazienza. È più importante il rispetto delle regole”.
LE OFFERTE – “Ce ne sono state tre ufficiali, tutte documentabili. Il Milan ci avrebbe dato 35 milioni, il West Ham 32, il Napoli 30. Keita e il suo procuratore hanno risposto che non interessava nessuna delle tre, che la destinazione gradita era la Juve. Il giocatore me lo ha ribadito ad Auronzo di Cadore. La società bianconera ritiene congrua la somma di 15 milioni, io però non posso cedere un giocatore alla metà dell’offerta più bassa tra quelle ricevute. Mi si dice che è in scadenza di contratto e che rischio di perderlo a zero se non accetto? E io dico che questa manovra configura il reato di estorsione”.