Nato a Tagaste il 13 novembre 354, sant’Agostino, Aurelio Agostino d’Ipponia, è conosciuto come “il massimo pensatore cristiano del primo millennio e certamente anche uno dei più grandi geni dell‘umanità in assoluto”.
Figlio di un consigliere municipale pagano e di una donna religiosa, fu proprio la madre, Monica, a rappresentare una figura fondamentale e a istruirlo. Si trasferì prima a Cartagine, poi a Roma e Milano e divenne insegnante. Divenne una delle personalità più importanti del Manicheismo, religione dualista, ma ben presto il continuo studio e l’incontro con il vescovo Fausto lo portarono all’allontanamento. A Milano poi fu decisivo l’incontro con il vescovo Ambrogio per sua conversione:u proprio lui a battezzarlo insieme al figlio nella Veglia pasquale del 387.
In seguito decise di ritirarsi in Africa, ma la morte della madre lo trattenne a Roma e lui si mise in viaggio l’anno successivo per dedicare la sua vita a Dio.
“Eri con me, ma io non ero con te – scrisse nella sua opera più celebre, Confessioni -. Mi tenevano lontano da te le tue creature, inesistenti se non esistessero in te. Mi chiamasti, e il tuo grido sfondò la mia sordità; balenasti, e il tuo splendore dissipò la mia cecità; diffondesti la tua fragranza, respirai ed ora anelo verso di te; ti gustai ed ora ho fame e sete di te; mi toccasti, e arsi dal desiderio della tua pace”.
Nel 391, nonostante i suoi timori, fu ordinato sacerdote e fondò un monastero. Pochi anni dopo duvenne vescovo di Ipponia. Colpito da malattia, il 28 agosto 430 morì.