La “scoperta” dell’Uomo di Piltdown avvenne il 18 dicembre 1912 e rappresentò una delle più grandi beffe che colpì la comunità scientifica. A inizio secolo l’archeologo Charles Dawson iniziò a scavare nell’area in cui poi ritrovò un cranio umano e una mandibola di scimmia.
La scoperta fu presentata come sensazionale in quanto in seguito alla riunione del 18 dicembre Arthur Smith Woodward, interpellato dallo stesso Dawson, affermò la somiglianza del cranio rinvenuto a quello di un uomo moderno, fatta esclusione della parte occipitale e delle dimensioni del cervello; la mandibola, invece, somigliava a quella di uno scimpanzé moderno. Ecco allora che si parlò del ritrovamento dell’anello mancante tra la scimmia e l’uomo.
Fu subito fama mondiale. Ma con il passare degli anni iniziarono a sorgere dubbi e l’Uomo di Piltdown fu nuovamente riesaminato per smascherare la truffa del 1912.