Era il 15 gennaio 1947 quando fu ritrovato il cadevere di Elizabeth Short, passata alla cronaca come la vittima di un omicidio del quale non si trovò mai il colpevole.
Nata a Boston il 29 luglio 1924, quando era ancora piccola si trasferì nel Massachussets con la madre e le sorelle. Trascorse infanzia e adolescenza con loro, presto iniziò a lavorare e a 19 anni decise di trasferirsi dal padre, che aveva abbandonato la famiglia nel 1930. Ma padre e figlia non riuscirono a legare e dopo un litigio la ragazza si trasferì in California, dove trovò un nuovo impiego. Nel settembre del 1943, dopo essere stata fermata in stato di ebbrezza, poiché ancora minorenne secondo la legge californiana, fu riportata dalla madre, ma lei si trasferì nuovamente e prima lavorò ad Harvard, poi in Florida, dove incontrò Matthew M. Gordon Jr, maggiore dellìAeronautica statunitense che la chiese in moglie, ma che morì in un incidente aereo.
Tornò in California, rivide Gordon Fickling e proprio nel periodo trascorso a Long Beach, vista la sua passione per “La dalia azzurra”, fu soprannominata “Dalia Nera”. Affascinata dal mondo dello spettacolo, tentà la fortuna ad Hollywood, ma riuscì ad ottenere ruoli solo in film a luci rosse.
Fu vista l’ultima volta la sera del 9 gennaio. Da lì il silenzio fino alla mattina del 15 gennaio, quando una signora ritrovò il suo corpo in un terreno non edificato. La giovane era nuda e presentava evidenti segni di tortura. Fu sepolta dieci giorni dopo ad Oaklanda, in California. Furono oltre sessanta le persone accusate, circa venti i principali sospettati, ma alla fine non si arrivò mai a chiarire la morte della Dalia Nera.