Curarsi all’estero: vantaggi e limiti del “turismo dentale”

Curarsi all’estero: vantaggi e limiti del “turismo dentale”

In principio furono gli americani. L’esodo di massa verso il Messico per bypassare le elevate parcelle presentate dagli studi medici degli States per le cure ortodontiche è un fenomeno che ha cominciato a manifestarsi da più di dieci anni e che non sembra volersi arrestare, tanto che il Patient Beyond Borders ha stimato per il turismo dentistico negli Stati Uniti un giro d’affari che oscilla fra i 45 e i 72 miliardi di dollari per il solo 2017, anno in cui ben un milione e mezzo di americani avrebbe fatto la valigia per andarsi a curare all’estero.

Un’abitudine che, con le debite proporzioni, si è fatta strada anche nel nostro Paese, dove sono in aumento gli italiani che preferiscono rivolgersi a studi dentistici stranieri per interventi odontoiatrici di varia entità. Fra le mete più gettonate per questo genere di cure figurano Albania, Croazia, Serbia, Ungheria e Romania, Paesi che attirano i pazienti italiani principalmente per la convenienza dei prezzi proposti. Se, per una protesi dentaria, si può arrivare a risparmiare fino al 70% rispetto ai prezzi praticati in Italia, fa gola anche l’opportunità di conciliare le cure mediche con qualche giorno di mare e relax sulle coste dalmate o albanesi, o approfittare della visita medica per godersi lo splendore di Budapest o per immergersi nella magica atmosfera dei castelli della Transilvania. Moltissimi sono gli studi dentistici che, in rete, propongono pacchetti che includono protesi dentaria + volo + soggiorno a prezzi sicuramente invitanti e dei quali gli italiani approfittano in gran numero, mossi dalla vicinanza geografica, motivati dalle difficoltà economiche ed attratti dalla possibilità di unire cosa gradevole a ciò che è dovere verso sé stessi e la propria salute.

Meno soldi meno qualità?

Di fronte ad un’opportunità così allettante, ci si interroga su come sia possibile per questi studi dentistici praticare dei costi tanto ridotti rispetto ai centri italiani specializzati in ortodonzia se non penalizzando la qualità dei trattamenti. Ci si può fidare delle visite odontoiatriche in questi Paesi o si va incontro a rischiose conseguenze? In realtà gli studi italiani, pur offrendo trattamenti medici di altissimo livello e avvalendosi di professionisti molto preparati, non possono permettersi di praticare dei prezzi così convenienti semplicemente perché hanno dei costi di gestione molto elevati (affitto locali, salari) e sono sottoposti ad una pressione fiscale che è notevolmente superiore rispetto a quella vigente nei Paesi dell’est. Non si tratta dunque di un problema di qualità di materiali impiegati: la convenienza non va in questo caso a discapito della materia prima che può essere ottima o scadente sia in Italia sia all’estero.

Chi ha avuto un’esperienza di cura dentale all’estero non ha lamentato problemi di questo tipo ma, al contrario, è rimasto favorevolmente colpito dalla professionalità dei medici e dalla qualità del servizio offerto in loco.

Il recente caso del falso dentista di Pescara il quale, millantando titoli di studio che non possedeva, esercitava abusivamente la professione odontoiatrica in giro con il suo autocarro per le città dell’Abruzzo rilasciando diagnosi ed eseguendo trattamenti di ogni tipo, dimostra che gli italiani sono ormai disposti a correre ogni rischio pur di risparmiare e che purtroppo di approfittatori in campo medico se ne trovano anche in Italia.

Se il “turismo dentale” ha dei limiti, questi hanno piuttosto a che fare con la fase di assistenza che dovrebbe seguire alla realizzazione di un impianto dentale. Un’operazione particolarmente delicata che ha bisogno di uno studio attento e meticoloso che tenga in conto di diverse variabili, come l’età del paziente, le sue abitudini di vita, lo stato generale di salute. Alla scelta fra le diverse soluzioni protesiche deve dunque accompagnarsi un’adeguata assistenza che uno studio dentistico estero non può essere in grado di assicurare. Tutto va bene se non ci sono intoppi successivi all’intervento eseguito, ma chi si preoccuperà di intervenire nel caso di una conseguenza imprevista? In questo caso, non resta che prendere un altro volo, con il derivante dispendio di soldi, di tempo, di energie.

Rivitalizzare l’odontoiatria italiana per evitare la fuga all’estero

L’unico modo per fermare questa emorragia di pazienti in fuga verso i Paesi esteri e arginare così il fenomeno del “turismo dentale” è quello di riorganizzare l’odontoiatria italiana per far sì che i costi non siano più così proibitivi per la maggior parte delle famiglie. Un’esigenza fortemente sentita anche da parte dell’Associazione Nazionale dentisti italiani (ANDI) che ha recentemente posto l’accento anche sull’importanza di una corretta ed esauriente informazione, che renda edotti gli interessati su metodologia di lavoro, materiali impiegati, aree d’intervento. E’ quanto realizzato da questo studio dentistico di Roma: oltre ad offrire una panoramica sulle aree d’intervento e le possibili soluzioni a ogni problema ortodontico, sul suo sito web sono annoverati i casi di successo e riportate le recensioni dei clienti. Attraverso il blog è inoltre possibile interagire con lo staff tecnico dello studio, pronto a rispondere alle domande dei visitatori, sciogliere dubbi, rassicurare i pazienti.


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