La Guardia Finanza di Roma ha confiscato beni di circa 40 milioni di euro all’imprenditore calabrese 53enne, Pasquale Capano, residente a Roma
Oggi, lunedì 5 ottobre, la Guardia Finanza di Roma ha confiscato beni del valore complessivo di circa 40 milioni di euro all’imprenditore calabrese 53enne, Pasquale Capano, da anni residente a Roma. Macchine di lusso, ville, ristoranti e addirittura centri sportivi sono stati sottratti all’uomo in diverse zone della Capitale (Torrino, Trigoria e Vigna Murata) e a Mentana. Capano è collegato alla ‘ndrangheta, in particolare al clan Muto di Cetraro e alla banda della Magliana e ai Casamonica.
Il tenente colonnello Gerardo Mastrodomenico e il suo collega Carlo Tomassini, del comando provinciale della Guardia di Finanza di Roma, hanno condotto l’operazione “Hummer 2”, grazie alla quale hanno confiscato: 62 immobili, dei quali 14 presenti nella Capitale; un villaggio turistico a San Nicola Arcella, in provincia di Cosenza; un aliscafo; 6 macchine di lusso; 4 società immobiliari, di cui una con capitale sociale di un milione di euro e conti correnti.
Il G.I.C.O., nucleo di polizia tributaria, aveva già incastrato Pasquale Capano nel 2014 arrestandolo insieme alla moglie e al cognato, grazie all’accoglienza, da parte dei giudici del Riesame, dell’appello della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma. Determinante fu una lettera trovata sul computer dell’uomo dalle Fiamme Gialle del G.I.C.O., che spiegava le dinamiche dell’essere ‘ndranghetisti e i vincoli di sangue tra i collaboratori. Dopo 9 mesi di reclusione l’imprenditore è ora libero.
Capano intratteneva rapporti anche con importanti personalità della criminalità romana come Enrico Terribile, usuraio vicino ad Enrico Nicoletti, ex tesoriere della Banda della Magliana oppure Luciano Casamonica. La Cassazione lo scorso settembre ha negato il ricorso presentato da Capano e ha disposto la confisca definitiva dei suoi beni.
di Angelica Leone