Marino in conferenza torna sulla vicenda degli scontrini: “Non sono indagato. Dimissioni? Mi riservo 20 giorni per riflettere e verificare”
Il caos creato dalla vicenda degli scontrini non dà pace al sindaco dimissionario Ignazio Marino, che in conferenza stampa, nel giorno dell’inizio del processo riguardante Mafia Capitale, ha voluto precisare di non aver speso soldi pubblici per questioni private. Al massimo ha usato i suoi soldi per impegni pubblici. Proprio per questo ha trovato vergognoso l’attacco di Fratelli d’Italia e del Movimento 5 Stelle, che poi hanno presentato un esposto contro la sua persona. E davanti ai giornalisti ha anche voluto specificare di aver parlato con il pm come persona informata sui fatti e non come indagato.
Capitolo dimissioni. Come scritto nella lettera in cui ha annunciato il suo passo indietro, Marino ha ribadito di avere 20 giorni a disposizione per verificare la possibilità di formare una nuova maggioranza:
“Mi sono dimesso perché ho rispetto dell’autorità giudiziaria e auspicavo di presentarmi ad essa da dimissionario per spiegare i fatti relativi agli esposti. Non sono iscritto nel registro degli indagati, sono entrato in procura come persona informata sui fatti. E così ho lasciato la procura. Non sono indagato. Quando il 12 ottobre scrissi una lettera alla presidente dell’Assemblea Capitolina Valeria Baglio dissi che, così come prevede la legge, scrivevo la mia lettera di dimissioni prendendomi 20 giorni per fare le opportune riflessioni e verifiche. Ed è quanto ribadisco oggi: in questi 20 giorni mi riservo di riflettere e verificare”.