Derby senza curve? Gabrielli non cede: “Mi provoca dispiacere, ma queste manifestazioni mi convincono ancora di più della necessità di regole un po’ più dure
Il prefetto Gabrielli è intervenuto durante la trasmissione il Processo del Lunedì e ha parlato della protesta messa in atto dalle curve di Lazio e Roma. Quello di domenica pomeriggio potrebbe essere il primo derby senza tifosi e questo a causa delle nuove regole anti violenza stabilite dal prefetto stesso. Il prefetto si dice dispiaciuto di questa eventualità, ma questo braccio di ferro vedrebbe sicuramente sconfitti i tifosi perché “ne va della credibilità dello Stato:
“La prospettiva di un derby romano con le curve vuote mi provoca dispiacere: credo che un derby sia anche un momento di partecipazione. L’assenza dei tifosi in curva, sicuramente non è positiva. Il questore e le forze di polizia stanno lavorando anche a questa ipotesi, ma mi auguro sia scongiurata. Abbiamo sentito tifosi di Roma e Lazio e alcuni di loro si chiedono perché, al posto delle barriere, non si sia pensato alla videosorveglianza. Su questo punto è necessario fare chiarezza. Quando ad aprile sono arrivato mi hanno fatto notare che le due curve, in particolare quella della Roma, aveva una capienza abnorme. Da quella ipotetica di 7.500 si arrivava a 12-13 mila. Il questore ha poi presentato un pacchetto-sicurezza, ma la cosa che mi sta più a cuore è l’incolumità. Trovo un po’ immorale che nel derby scorso lo Stato abbia dispiegato 1.700 uomini per garantire lo svolgimento di una partita di calcio, a fronte del fatto che, occupandomi di sicurezza dei municipi, sento la gente che si lamenta del fatto che non ci sia neanche una pattuglia dei carabinieri – ha detto Gabrielli -. Credo che per un Paese serio che ha a cuore la propria immagine, queste modalità debbano essere superate. E si superano principalmente con l’assunzione di responsabilità da parte dei club”.
Poi Gabrielli ha parlato dell’atteggiamento delle due società interessate:
“Le società questa decisione l’hanno subita e, sia pure con atteggiamenti di collaborazione di tipo diverso, credo non ci abbiano dato una mano. Più si radicalizzerà il confronto e meno spazi ci saranno per trovare forme di una diversa gestione di queste questioni. Queste manifestazioni mi convincono ancora di più della necessità di regole un po’ più dure. Se, invece, la gente ritornerà nelle curve, ritornerà allo stadio e dimostrerà nei comportamenti che la sicurezza e l’incolumità può essere garantita in altro modo. Io credo che nessuno sia così ottuso da non rivedere anche le proprie posizioni. Se invece di tratta di un braccio di ferro è chiaro che per loro sarà perdente. Ne va della credibilità dello Stato”.